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GIORNALISTI E SOCIAL MEDIA

Eurobarometro ha pubblicato il mese scorso il rapporto "Giornalisti e social media".

 

Eurobarometro, il servizio della Commissione europea, istituito nel 1973 che misura e analizza le tendenze dell'opinione pubblica in tutti gli Stati membri e nei paesi candidati, ha pubblicato nel mese di gennaio 2012 un'analisi su "Giornalisti e social media" allo scopo di fornire un quadro dettagliato delle opinioni e dell'atteggiamento dei giornalisti sui nuovi mezzi di condivisione online:   Facebook, Twitter, YouTube e i blog (come e quanto li usano, quale ruolo hanno nel loro lavoro). Lo studio è basato su interviste approfondite effettuate a 135 giornalisti di radio, tv e carta stampata, con 10-20 anni di esperienza. I professionisti sono stati selezionati nei 27 Stati membri dell'UE - in ambito sia pubblico che privato – tra coloro che hanno lavorato per almeno una grande e conosciuta azienda editoriale del proprio paese.

La maggior parte di essi usa regolarmente i social media, in particolare Facebook (soprattutto per uso privato) e Twitter (soprattutto per lavoro). I più giovani li utilizzano fin dall'inizio della carriera, altri hanno imparato ad usarli nal momento della loro comparsa, altri da 3-5 anni.

I principali vantaggi riconosciuti ai social media rispetto ai mezzi di comunicazione tradizionali sono: l'accesso veloce e semplice alle informazioni e un'ampia gamma di fonti, persone e opinioni a disposizione. Una funzione importante è la possibilità di individuare e contattare persone difficilmente reperibili diversamente.

Un elevato numero degli intervistati mantiene una distinzione tra uso privato e professionale. Alcuni preferiscono seguire i contenuti dei social media nella propria lingua nazionale, anche se la maggioranza è in grado di utilizzare l'inglese come lingua di lavoro, tutti usano i social media in modo sia passivo che attivo. La credibilità dell'informazione è considerata molto importante. Quasi tutti gli intervistati ritengono attendibili i contenuti pubblicati dalle istituzioni nazionali o europee, meno quelli provenienti da singoli individui o dalle imprese.

I giornalisti sono al corrente e apprezzano l'uso dei social media da parte della Commissione europea , anche se molti di essi sono abituati a reperire in altro modo informazioni sull'UE e si ritengono abbastanza soddisfatti delle proprie fonti. A tale proposito, suggeriscono alla Commissione di tenere ben presenti i destinatari del messaggio in modo da offrire le informazione in un linguaggio chiaro e non tecnico.

Infine, la maggioranza degli intervistati ritiene che i social media possano essere utili per coinvolgere i cittadini nella costruzione di politiche pubbliche, ma tenendo ben presente che non riflettono l'opinione pubblica generale, ma solo il pensiero di ha accesso a tali mezzi. (t.fid)

Questo e molto di più nel rapporto integrale

Valenzano, 9 febbario 2012


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