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RAPPORTO ISTAT 2018

Presentata ieri mercoledì 16 maggio, alle ore 11.00, presso la Sala della Regina di Palazzo Montecitorio, la ventiseiesima edizione del Rapporto annuale 2018 – La situazione del Paese' dell'ISTAT.

 

Il Rapporto 2018, presentato dal presidente dell'Istat Giorgio Alleva, affronta le dinamiche della trasformazione del Paese proponendo la chiave di lettura delle reti e delle relazioni tra le persone e tra le persone e gli attori sociali (imprese, istituzioni, gruppi formali e informali) e degli attori sociali tra loro.

Questi i principali dati demografici del Rapporto:

  • La diminuzione della popolazione totale per il terzo anno consecutivo (al 1° gennaio 2018 la popolazione residente è a 60,5 milioni);
  • La diminuzione anche dell'incidenza della popolazione straniera (quasi 100 mila persone in meno rispetto all'anno precedente);
  • Il calo delle nascite in atto da nove anni  (nel 2017 464 mila nuovo minimo storico); 
  • L'aumento dell'aspettativa di vita (81 anni se maschio e di 85 se femmina),  siamo uno dei paesi più longevi al mondo;
  • L'aumento dello squilibrio demografico (quasi 170 anziani ogni 100 giovani) siamo il secondo paese più vecchio al mondo dopo il Giappone.

Dal punto di vista economico, nel 2017 l'economia italiana è risultata in crescita e gli indicatori di finanza pubblica in miglioramento (aumento del PIL e indebitamento netto in calo) anche se la crescita resta tuttavia inferiore a quella delle altre maggiori economie europee. La crescita è stata sostenuta in misura maggiore dalle componenti interne di domanda e, dopo tre anni di impatto negativo, anche la componente estera ha fornito un contributo positivo (+0,2 punti). Gli investimenti delle imprese sono sbilanciati in favore di quelli materiali rispetto a quelli immateriali.(es.: spese in ricerca e sviluppo, software e basi di dati) componente essenziale della dinamica della produttività che resta ancora bassa. Nel complesso l'economia torna a crescere, anche nel Mezzogiorno dopo sette anni di contrazione mentre il tasso di occupazione sale ed è prossimo a quello massimo raggiunto nel 2008 (58,6 per cento), ma inferiore di oltre 9 punti alla media europea e nel Mezzogiorno si rileva ancora un saldo occupazionale negativo rispetto al 2008.

Dal Rapporto Istat emerge che le tecnologie digitali hanno trasformato la vita quotidiana e il sistema delle relazioni e delle reti che è diventato sempre più "virtuale".  Il 69% degli Italiani è online (utenti regolari di internet tra i 16 e i 74 anni) e colloca il nostro paese agli ultimi posti nella Ue. Si registrano comunque incrementi, soprattutto della generazione dei nati tra il 1966 e il 1980, tali da ridurre il divario con le generazioni cresciute nell'era del digitale. È in atto una tendenza che attraverso l'uso delle piattaforme sociali avvicina le generazioni e annulla le differenze tra persone con livelli di istruzione diversi. In generale la Rete è uno strumento di potenziamento delle relazioni sociali.

Un capitolo intero è dedicato all'analisi delle reti per l'innovazione. Le reti della ricerca si basano sul sistema delle università che mette in relazione gruppi di istituzioni, di studiosi e comunità studentesche a livello nazionale e internazionale.

In conclusione, dal Rapporto emerge chiaramente il valore per le persone dell'appartenenza a più reti, al di là di quella di parentela, sia per lo sviluppo dei propri interessi che per l'arricchimento culturale. L'ampiezza e la varietà delle reti in cui si è inseriti spinge a una maggiore fiducia verso gli altri con risvolti positivi per la società nel suo complesso. Di contro, l'assottigliarsi delle reti può comportare, dal punto di vista degli individui, un maggiore rischio di isolamento. Le tecnologie della comunicazione favoriscono i contatti senza svuotare o soppiantare le forme di socialità tradizionali, trasformandosi così in tecnologie abilitanti.

Altre due variabili chiave sono Istruzione e partecipazione al mondo del lavoro. Il lavoro è il luogo in cui le persone conservano la loro funzione tradizionale di socializzazione, anche se con modalità nuove e in maniera non esclusiva. Istruzione e conoscenza non sono solo un fattore protettivo per l'accesso e la permanenza nel mercato del lavoro, sono anche una chiave che dà accesso a una pluralità di aspetti del benessere individuale: consentono di vivere più a lungo e in condizioni di salute migliori. Dunque l'istruzione e la formazione del capitale umano sono anche lo strumento per rimuovere gli impedimenti alla parità delle opportunità e il vettore primario di promozione sociale. Infine reti formali e non formali tra imprese giocano sempre più un ruolo cruciale nelle forme di organizzazione della produzione e promozione dei prodotti.

Le reti di relazione hanno perciò un potere moltiplicatore dei "vantaggi delle risorse relazionali che si estendono oltre i confini dell'individuo e della sua famiglia, stimolano il senso di appartenenza, promuovono il senso civico e favoriscono la fiducia interpersonale e verso le istituzioni, con effetti importanti sulla società nel suo complesso."

Scarica la sintesi del rapporto

Vai alla pagina sul rapporto dell'ISTAT

Valenzano, 17 maggio 2018

 

 

 


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