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UE: FONDO DI COESIONE PIÙ SOLDI ALL'ITALIA

 

Bilancio dell'UE: sviluppo regionale e politica di coesione oltre il 2020: presentate il 29 maggio le dotazioni nazionali degli Stati membri a prezzi correnti e a prezzi costanti 2018. Per il periodo 2021-2027, all'Italia è assegnato una cifra di 38,6 miliardi su 7 anni, il 6% in più rispetto ai 36,2 del periodo 2014-2020.

 

Per il prossimo bilancio a lungo termine dell'UE 2021-2027 la Commissione europea propone di modernizzare la politica di coesione. L'obiettivo è aumentare la convergenza economica e sociale, aiutando tutte le regioni a sfruttare pienamente la globalizzazione e fornendo loro gli strumenti adeguati per una crescita solida e duratura. L'economia dell'UE è in ripresa, ma per rimediare agli squilibri che persistono tra gli Stati membri è confermato il principio per cui tutte le regioni europee possono beneficiare dei fondi della politica di coesione, ma saranno suddivise in 3 categorie: le regioni meno sviluppate, quelle in transizione e quelle più sviluppate.

Gli investimenti globali della futura politica di coesione hanno una dotazione di 373 miliardi di € per il periodo 2021-2027. Le maggiori risorse continueranno ad essere indirizzate verso le regioni che più necessitano di colmare un gap di sviluppo. 

La proposta prevede: 

1. Una particolare attenzione alle priorità di investimento fondamentali nei settori in cui l'UE può realizzare i massimi risultati: l'innovazione, il sostegno delle piccole imprese, le tecnologie digitali e la modernizzazione industriale. 

2. Una politica di coesione per tutte le regioni e un approccio più mirato allo sviluppo regionale. Al fine di contribuire al recupero delle regioni a basso reddito e a bassa crescita, il PIL pro capite resta il criterio predominante per l'assegnazione dei fondi. Focus dei finanziamenti sono: disoccupazione giovanile, istruzione, basso livello di istruzione, cambiamenti climatici, accoglienza e integrazione dei migranti. Le autorità competenti a livello locale, urbano e territoriale saranno maggiormente coinvolte nella gestione dei fondi dell'UE.

3. Meno regole, più chiare e più concise, e un quadro più flessibile. Riduzione della complessità delle norme e della burocrazia, alleggerimento dei controlli per imprese e imprenditori.  Un corpus unico di norme per semplificare la gestione e favorire le sinergie. Possibilità di adeguamento alle esigenze e giusto livello di flessibilità per far fronte agli imprevisti. 

4. Un collegamento più saldo con il semestre europeo per migliorare il contesto degli investimenti in Europa per realizzare appieno il potenziale degli investimenti nazionali e dell'UE. 

Come si evince dalla tabella di seguito all'Italia sono assegnate maggiori risorse: 38,6 miliardi, il 6% in più rispetto ai 36,2 del periodo 2014-2020.

Rimane la condizionalità di possedere un bilancio solido per accedere ai finanziamenti. Qualora uno Stato membro non adotti misure efficaci o correttive nel quadro dei meccanismi di governance economica dell'UE (procedura per i disavanzi eccessivi, procedura per gli squilibri eccessivi) o non sia in grado di adottare le misure richieste da un programma di sostegno alla stabilità, la Commissione presenta al Consiglio una proposta tesa a sospendere la totalità o una parte degli impegni o dei pagamenti relativi a uno o più programmi di uno Stato membro. Anche se la Commissione può però, in caso di circostanze economiche eccezionali o a seguito di una richiesta motivata dello Stato membro interessato, raccomandare al Consiglio di annullare la sospensione.

RIPARTIZIONE RISORSE PROPOSTA

Valenzano, 31 maggio 2018

 

 


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