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UE: PAUSA SULLE NUOVE NORME PRIVACY DI GOOGLE

L'Articolo 29 (Data Protection Working Party) della UE chiede di verificare le possibili conseguenze delle nuove norme di Google per la protezione dei dati personali dei cittadini europei.

 

Dovrebbero entrare in vigore dal prossimo 1° marzo le nuove modalità con cui le informazioni personali degli utenti verranno raccolte, conservate e usate da Google, il potente motore di ricerca della rete. L'obiettivo dichiarato è riscrivere le regole per renderle più semplici e comprensibili e per condividere le informazioni tra i diversi prodotti, ma è lecito chiedersi a cosa realmente serva il raggruppamento delle informazioni provenienti dai differenti servizi, quali ad esempio la posta elettronica di Gmail o il social network Google+.

L'azienda ha assicurato che le informazioni personali degli utenti non saranno vendute a terzi e che "non venderemo mai le informazioni personali e non le condivideremo senza l'autorizzazione degli utenti stessi", ma evidentemente non ha completamente convinto Articolo 29, il Data Protection Working Party dell'Unione Europea, a cui la direttiva 95/46/EC (nell'articolo 29, appunto ndr) ha consegnato il compito di affrontare e risolvere le questioni europee sulla protezione dei dati.

La maggiore preoccupazione del gruppo di lavoro è per gli effetti che le nuove norme avranno sui cittadini degli Stati membri della Ue, vista l'ampia gamma di servizi offerti e la loro popolarità. Per questo motivo hanno chiesto a Google una pausa fino al completamento dell'analisi delle conseguenze sui diritti di informazione degli utenti e cittadini Ue. Viviane Reding, Commissario Ue alla Giustizia ha approvato la richiesta, definendola un passo importante per affermare l'autorità della Ue sulla privacy online e la regolamentazione dei dati.

In realtà, il Data Protection Working Party non specifica un tempo entro il quale porterà a termine l'indagine e forse questo ha spinto il portavoce dell'azienda a dichiarare la piena disponibilità a collaborare con l'autorità di data protection, anche se non è legalmente tenuta a osservare le richieste di Articolo 29. Dunque si cercherà una soluzione di compromesso con l'organismo Ue, ma  Google dichiara che "non è al momento disposta a far slittare l'entrata in vigore delle nuove norme perchè generebbe confusione". (i.cam)

Valenzano, 3 febbraio 2012

 


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