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UNA POLITICA EUROPEA COORDINATA PER IL CLOUD COMPUTING

"Ensuring the Cloud happens with Europe, not to Europe"

 

Ha voluto enfatizzare il concetto della necessità di coordinazione delle politiche europee per il Cloud Computing, Neele Kroes, Vicepresidente e Commissario Ue per l'Agenda digitale, intervenendo all'evento sul tema organizzato lo scorso 27 marzo della European Internet Foundation (EIF) e infatti ci ha tenuto a intitolarlo "Ensuring the Cloud happens with Europe, not to Europe" (Fare in modo che il Cloud avvenga con l'Europa e non in Europa).

Se l'obiettivo è "semplificare la vita dei potenziali utenti e massimizzare i benefici del cloud", è stato il centro del ragionamento della Kroes, allora è indispensabile stabilire sin da ora le giuste politiche per beneficiare di soluzioni flessibili, a basso costo e su misura e senza grossi costi di progettazione e di capitale, anche affrontando i problemi connessi alla protezione dei dati, la chiarezza dei contratti, i periodi di blocco e la portabilità delle informazioni. È necessario risolvere, ad esempio, i problemi legali transfrontalieri. In particolare, il settore pubblico ha più che mai bisogno di un approccio comune per spazzare via le incertezze e i dubbi che ancora albergano nei potenziali utenti di queste tecnologie ed evitare di creare "nuove barriere all'interno del mercato unico digitale".

Citando i dati di un recente studio, IDC "Cloud Computing's Role in Job Creation", commissionato da Microsoft, la commissaria ha parlato di ricavi legati all'informatica "dematerializzata" che potrebbero raggiungere entro i prossimi tre anni quota 832 miliardi di euro e 14 milioni di nuovi posti di lavoro nel mondo. In Italia, sempre secondo questo studio, potrebbero essere generati 152 mila nuovi posti di lavoro (per un incremento del numero di posti di lavoro pari al 125%), 200 mila in Francia, 254 mila in Germania e i 226 mila in Gran Bretagna.

Queste cifre sono calcolate  sulle prospettive di crescita del fatturato e di risparmio sui costi innescate dal cloud nelle aziende. Il cloud computing, infatti, permette di collocare dati e applicazioni aziendali su server e data center remoti piuttosto che memorizzarli nei mainframe proprietari e gli utenti possono accedere ai dati e alle applicazioni attraverso Internet. In questa maniera oltre la metà dei 14 milioni di nuovi posti di lavoro potranno essere generati nelle piccole e medie imprese e in settori quali quello bancario, della comunicazione e del manifatturiero, che potrebbero generare ciascuno almeno 1 milione di nuovi posti di lavoro. 

Per l'insieme di questi motivi la Commissione europea sta sviluppando una politica orizzontale per la "nube", investendo € 10.000.000 (vedi nostra notizia ndr) in un partenariato europeo per sviluppare requisiti comuni per gli appalti del settore pubblico e adottare un "approccio comune su questioni quali gli standard, la sicurezza e il lock-in". (i.cam)

Valenzano, 29 marzo 2012

 

 


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