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UNIONCAMERE: COMPETENZE DIGITALI 2021

 

Unioncamere ha pubblicato il volume "Analisi della domanda di competenze digitali nel 2021" che  offre una panoramica sulle dinamiche della trasformazione digitale del comparto produttivo (industria e servizi) italiano e della richiesta di professionalità con competenze digitali.

La pubblicazione è articolata da tre capitoli:

  1. Il quadro delle policies europee e nazionali per la transizione digitale,
  2. Il ruolo delle competenze digitali nella transizione del sistema produttivo italiano, 
  3. I risultati dell'indagine Excelsior 2021.

Il volume viene introdotto da un esaustivo quadro sulle politiche europee e nazionali per la digital transformation e per l'upskilling e il reskilling digitale di cittadini e lavoratori, come "plasmare il futuro digitale dell'Europa", il "Digital Compass: l'Europa Digitale al 2030", la cosiddetta "New skills Agenda", il "Digital Education Plan" e le nuove linee guida di Industry 5.0.

Sono presenti anche i principali riferimenti al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e alle sue Missioni - menzionando gli investimenti riferiti alla transizione digitale - e alla Strategia Nazionale per le Competenze Digitali, analizzandone i quattro assi di intervento previsti.

Nel Capitolo 2, il tema della transizione digitale viene letto rispetto a due dimensioni rilevanti. La dimensione delle competenze interne - non solo tecniche, ma anche organizzative e manageriali - e la dimensione dei fattori esterni – l'offerta di soluzioni e servizi, l'integrazione tra tecnologie e bisogni delle imprese, offrendo riflessioni sugli elementi che possono ostacolare o, per converso, favorire un processo di digitalizzazione funzionale allo sviluppo dell'impresa.

Nel Capitolo 3 sono analizzati puntualmente i dati rilevati con l'indagine Excelsior 2021:

  • La trasformazione digitale delle imprese: gli investimenti in digitale (domanda di tecnologie digitali, modello organizzativo aziendale e sviluppo di nuovi modelli di business), il lavoro digitale, il digital marketing, i nuovi profili professionali associati agli investimenti;
  • Le caratteristiche della domanda di competenze digitali da parte delle imprese, rispetto a tre aree: capacità di gestire soluzioni innovative applicando tecnologie avanzate 4.0., capacità di utilizzare le tecnologie Internet e di gestire e produrre strumenti di comunicazione visiva e multimediale, capacità di utilizzare linguaggi e metodi matematici e informatici per organizzare e valutare informazioni qualitative e quantitative;
  • La relazione fra i fabbisogni di competenze digitali espressi dalle imprese e il sistema dell'istruzione e della formazione in termini di titoli e percorsi di studio conseguiti;
  • I fabbisogni di competenze digitali in termini di skill mix;
  • Le difficoltà di reperimento di profili professionali con competenze digitali, con analisi utili alla comprensione delle problematiche di mismatch nel mercato del lavoro, elementi territoriali e correlati ai titoli di studio di difficile reperimento;
  • La richiesta di nuovi occupati al di sotto dei 30 anni con competenze digitali.

In Appendice, infine una breve descrizione di due esperienze del sistema delle Camere di commercio per le competenze digitali: il Digital Skill Voyager dei Punti Impresa Digitale (PID) e il modello di certificazione delle competenze digitali del Sistema Camerale.

Scarica il pdf del volume Competenze digitali 2021

APPROFONDIMENTO – ALCUNI RISULTATI INDAGINE EXCELSIOR 2021

  • Quasi il 71% delle imprese ha dichiarato di avere investito in almeno uno dei tre ambiti della trasformazione digitale oggetto di indagine (tecnologie digitali, modello organizzativo aziendale e sviluppo di nuovi modelli di business), in crescita rispetto al valore medio del quinquennio 2016-2020 (68%);
  • La crescita della quota di imprese che ha investito nella trasformazione digitale interessa tutti i macro-settori di attività, pur con comprensibili differenze nei diversi ambiti di attività, e tutte le dimensioni aziendali (sebbene permanga ancora un evidente gap nelle micro-imprese, un terzo delle quali non ha investito nella trasformazione digitale nel corso del 2021), nonostante il perdurare dell'emergenza sanitaria e di alcune delle restrizioni alle attività economiche e alla mobilità delle persone;
  • Aumenta, inoltre, la percentuale delle imprese (pari a oltre 4 su 10 del totale) che adotta strategie di investimento integrate in grado di combinare in diversa misura l'adozione e l'utilizzo delle tecnologie digitali, l'introduzione di modifiche al proprio modello organizzativo e lo sviluppo di nuovi modelli di business, a conferma di un carattere meno occasionale e più strutturato dell'impegno delle imprese nella transizione digitale;
  • Sotto il profilo delle scelte tecnologiche, gli investimenti si sono prioritariamente indirizzati, da un lato, verso il rafforzamento della dotazione infrastrutturale in termini di connettività, di soluzioni cloud e big data analytics e di sicurezza informatica, dall'altro, all'adozione di strumenti di lavoro agile e di digital marketing e di analisi dei comportamenti dei consumatori, questi ultimi legati all'esigenza di raggiungere i clienti e interagire con loro attraverso canali differenti da quelli tradizionali;
  • Con specifico riferimento al lavoro agile, cresce la quota di imprese che hanno ritenuto prioritario l'investimento in smart working, telelavoro e lavoro a domicilio che è passata dal 31,1% del periodo 2016-2020 al 41% del 2021, in ulteriore crescita anche rispetto al 40,4% dell'anno precedente;
  • Allo stesso modo, aumenta la quota di imprese che ha ritenuto prioritario investire nell'utilizzo di canali/strumenti digitali per la promozione e la vendita dei propri prodotti e servizi, passando dal 24,9% del periodo 2016-2020 al 39,9% del 2021. Il valore è pari a quello del 2020 a conferma di una tendenza che è andata consolidandosi anche al di fuori delle prime due ondate della pandemia;
  • Poco meno della metà del totale (47,9%) delle imprese che dichiarano di aver effettuato investimenti nella trasformazione digitale ha contestualmente investito in risorse umane; si tratta di investimenti che hanno riguardato in larga misura la formazione del personale interno (31,6% delle imprese), mentre minore priorità hanno assunto l'attivazione di servizi di consulenza (10,7%) e il reclutamento di nuovo personale (5,6%);
  • Nel 2021, le imprese hanno domandato competenze digitali di base, competenze relative all'utilizzo di linguaggi matematici/informatici e capacità di gestione di soluzioni innovative rispettivamente al 60,5%, 50,5% e al 36,4% del totale delle figure professionali richieste. In generale, le professioni a più elevata specializzazione mostrano la maggiore richiesta di competenze digitali che sono ritenute strategiche dalle imprese, sebbene competenze digitali di base siano domandate anche ad un terzo delle entrate programmate fra le professioni non specializzate e a più delle metà delle entrate relative ai conduttori di impianti e operai di macchinari fissi e mobili;
  • Dei profili professionali per i quali le competenze digitali sono considerate strategiche dalle imprese, poco più della metà riguardano posizioni per le quali è sufficiente il possesso di sola una delle tre competenze digitali. La restante parte fa invece riferimento a profili professionali dai quali le imprese, in ragione di funzioni e compiti con più elevati livelli di complessità tecnica, tecnologica, organizzativa e gestionale, si aspettano la padronanza di una pluralità di competenze digitali.
  • Le imprese domandano, in prevalenza, profili professionali in grado di integrare la capacità di utilizzare le tecnologie Internet e di gestire e produrre strumenti digitali di comunicazione visiva e multimediale e quella di impiegare linguaggi e metodi matematici e informatici. Una combinazione di due o più competenze digitali è richiesta dalle imprese, in particolare per le posizioni relative alle figure professionali dei dirigenti, delle professioni ad elevata specializzazione e dei tecnici (58%);
  • L'analisi delle competenze digitali per livello di istruzione conferma come quanto più è elevato il titolo conseguito tanto più le imprese si aspettano la presenza di maggiori competenze digitali e le ritengono importanti per lo svolgimento delle attività lavorative: alla quasi totalità dei laureati (93,7%) le imprese richiedono di padroneggiare le competenze digitali di base, mentre la capacità di utilizzare linguaggi o metodi matematici e di gestire soluzioni innovative è richiesta, rispettivamente, all'81% e al 61,1% delle entrate di personale in possesso di una laurea;
  • Nel 2021 aumenta, tuttavia, la percentuale di imprese che dichiara di avere difficoltà nel trovare figure professionali con le competenze digitali richieste, addirittura pari al 37,8% del totale delle entrate programmate, in sensibile crescita rispetto al valore registrato nel corso del 2020 (meno di un terzo del totale);
  • Pur con elementi di eterogeneità fra settori di attività, dimensione aziendale e ripartizione territoriale, la richiesta di nuovi occupati al di sotto dei 30 anni è piuttosto uniforme per tutte le tipologie di competenze digitali oggetto della presente indagine: nei casi in cui siano ritenute prioritarie in relazione all'attività da svolgere, le competenze digitali sono richieste rispettivamente al 28,2% per quelle di base, al 26,3% per le capacità di utilizzo dei metodi matematico-informatici e al 26,5% per le competenze Industria 4.0 del totale delle entrate programmate;
  • Le imprese esprimono un fabbisogno occupazionale di più di 177 mila figure professionali riconducibili all'area ICT, di cui circa la metà di tale domanda ascrivibile alle professioni tecniche, seguite dalle professioni intellettuali, scientifiche e di elevata specializzazione; sotto il profilo territoriale, poco meno del 40% del fabbisogno occupazionale di professioni ICT è riferibile a imprese localizzate nelle regioni del Nord Ovest, mentre la restante parte risulta, quasi equamente, distribuita nelle restanti ripartizioni geografiche, con una leggera prevalenza dell'area del Nord Est (20,4%).

Valenzano, 21 aprile 2022

 

 


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