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55° RAPPORTO CENSIS

 

"L'adattamento continuato non basta più. per guidare la transizione green, digitale, demografica e occupazionale serve un progetto unitario, frutto del lavoro di autocoscienza individuale e collettiva"

È questa la considerazione dalla quale partono  le «Considerazioni generali» del 55° Rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese/2021 che, come ogni anno, interpreta i più significativi fenomeni socio-economici in Italia.

Dalle pagine del Rapporto sembra essere un'esigenza strutturale che emerge insieme alla richiesta di uscire dalla fase di transizione che stiamo attraversando con un progetto e un cronoprogramma serio per lo sviluppo dell'Italia, che richiede un lavoro di autocoscienza, individuale e collettiva.

"È il tempo delle riforme strutturali e dei grandi eventi internazionali da preparare e ospitare in Giunto alla 55ª edizione, il Rapporto Censis del Paese Italia. È il tempo dell'intervento pubblico, orientato da scelte coraggiose."

Nella seconda parte, invece "La società italiana al 2021", vengono affrontati i temi di maggiore interesse emersi nel corso dell'anno, il rimbalzo dell'economia nella scarsità del capitale umano, gli effetti di svigorimento dello stato di sospensione continuata. Nella terza e quarta parte, infine, si presentano le analisi per settori: la formazione, il lavoro e la rappresentanza, il welfare e la sanità, il territorio e le reti, i soggetti e i processi economici, i media e la comunicazione, la sicurezza e la cittadinanza.

Vai al 55° RAPPORTO SULLA SITUAZIONE SOCIALE DEL PAESE/2021

CONSIDERAZIONI GENERALI

Nel Rapporto si parte dall'analisi dell'irrazionalità che ha infiltrato il tessuto sociale, dimostrata da dati che lasciano riflettere. Per il 5,9% degli italiani (circa 3 milioni) il Covid non esiste, per il 10,9% il vaccino è inutile,  il 5,8% è convinto che la terra è piatta, per il 10% l'uomo non è mai sbarcato sulla luna, per il 19,9% il 5g è uno strumento sofisticato per controllare le persone.

In realtà i dati più critici non sono questi forse dovremmo discutere di più invece di quel 81% degli italiani che è convinto che  è molto difficile per un giovane ottenere il riconoscimento delle risorse profuse nello studio. È forse questo il maggior freno alla ripresa economica e l'incognita che pesa sul rilancio dei consumi.

Sicuarmente è un segnale di ottimismo l'aver sostituito alla parola "crisi" la parola "transizione", proprio a significare che il momento più grave è ormai alle spalle, che ci siamo rimessi in cammino. Ma è sufficiente?

"L'emergenza sanitaria e le sue conseguenze, l'attenzione alle variazioni del clima, lo sviluppo dirompente della tecnologia, l'indebitamento pubblico inarrestabile, il gap digitale: sono tutti esempi di come la società italiana sia messa alla prova, chiamata a un lavoro di autocoscienza, individuale e collettiva. Un livello opportuno di coscienza collettiva è un ingrediente necessario alla ripresa economica e sociale, e per garantire una presenza maggiore e più efficace dell'azione pubblica." Si legge nelle considerazioni generali del Rapporto.

Difficile fare sintesi interpretativa di due tensioni opposte: da un lato l'attesa per un nuovo inizio; dall'altro il dubbio se il sistema sia in grado di guardare oltre se stesso e rinnovarsi quasi in una logica di "ricostruzione".

La risposta è forse nelle parole finali delle considerazioni generali.

"Parlare con parole nuove e affrontare con serietà le fragilità del nostro tessuto sociale è quello che serve nell'attuale dialettica socio-politica. Nell'orizzonte della ripresa si nota un'inquietudine politica, timida e incerta. Ben vengano paura e incertezza del futuro, se aiuteranno nuovi modi di pensare e costruire società e istituzioni, di riconnettere tra loro tecnica e politica, vita sociale e attività statale. Solo che il sistema politico non si annidi in un acquietamento di pensiero, maschera di ogni poco curata transizione."

ALCUNI DATI SPECIFICI SUL DIGITALE

Nel Rapporto a transizionle digitale viene interpretata come il simbolo della sfida tecnologica e dell'innovazione delle grandi società globali, ma si dice anche che oggi compie un passo avanti e prova a integrare obiettivi di contrasto ai cambiamenti climatici e d'inclusione dei più fragili nelle società avanzate.

È forse per questo che nel Rapporto si parla di "Alba di una nuova transizione digitale."

La pandemia e il lockdown ha fatto registrare un incremento consistente delle attività quotidiane mediate da internet. Le principali tra di esse sono: cercare informazioni su aziende, prodotti, servizi (lo fa il 64,9% degli utenti di internet), trovare strade o località (54,3%), fare acquisti online (51,6%), ascoltare musica (48,1%), svolgere operazioni bancarie (46,6%). Nel confronto con il 2019, la crescita più rilevante riguarda tre ambiti: frequentare corsi scolastici, universitari o di formazione (+8,9% rispetto al 2019), prenotare visite mediche (+4,8%) e l'e-commerce (+3,5%). Al contrario, a causa delle restrizioni alla mobilità, è diminuita la ricerca di strade e località tramite i dispositivi digitali (-15,2%) e la prenotazione di viaggi (-13,2%).

Complessivamente si registra ancora un aumento dell'impiego di internet da parte degli italiani: l'utenza ha raggiunto quota 83,5%, con una differenza positiva di 4,2 punti percentuali rispetto al 2019. L'impiego degli smartphone sale all'83,3% (+7,6%) e lievitano complessivamente al 76,6% gli utenti dei social network (+6,7%).

Parlando di spesa, invece, si evidenzia come, mentre il valore dei consumi complessivi ha subito una drastica flessione, senza ancora ritornare ai livelli precedenti la grande crisi del 2008 (-13,0% in termini reali è il bilancio alla fine del 2020, aggravato dalla recessione dell'anno scorso), la spesa per l'acquisto di telefoni e equipaggiamento telefonico ha segnato un vero e proprio boom, moltiplicando per oltre cinque volte il suo valore (+450,7% nell'intero periodo, per un ammontare di 7,2 miliardi di euro nell'ultimo anno). La spesa dedicata all'acquisto di computer, audiovisivi e accessori ha conosciuto un rialzo rilevantissimo (+89,7%), mentre i servizi di telefonia hanno conosciuto un assestamento verso il basso per effetto di un riequilibrio tariffario (-21,1%, per un valore comunque pari a 14,6 miliardi di euro sborsati dalle famiglie italiane nell'ultimo anno). Questo mentre la spesa per libri e giornali ha subito un vero e proprio crollo: -45,9% dal 2007.

Posti questi dati: "Cosa resterà dopo lo stato d'eccezione?" È la domanda che il Rapporto si pone.

Il 38,1% degli italiani è per una PA Digitale e vuole farla finita con le file e le richieste su carta a favore di servizi e app che permettano di ottenere certificati e documenti on line.

E-commerce (29,9%), il conto corrente online (24,3%) e l'home delivery (24,2%) sono viste come opportunità delle quali cui non si potrà più fare a meno. Per il 20,2% è lo smart working a essere un nuovo diritto irrinunciabile e il dato sale al 28,6% tra i 30-44enni.

Ma, se il 48,7% della popolazione ha già attivato l'identità digitale SPID, i divari sociali e territoriali sono ancora molto significativi. Le percentuali più elevate di utenti si registrano nelle grandi aree metropolitane (59,5%) e tra le persone dotate di titoli di studio più alti (tra i diplomati e i laureati si sale al 61,6%). Invece i picchi più bassi si riscontrano al Sud (40,2%) e tra gli anziani (32,1%).

Valenzano, 6 dicembre 2021

 

 


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