PIANO TRIENNALE INFORMATICA PA 2021-2023 - APPROFONDIMENTO

 

 

Piano triennale per l'informatica nella PA - APPROFONDIMENTO

Il primo elemento di novità del documento, un po' scontato invero, è chiarire sin dalle prime righe che l'obiettivo è "mettere l'Italia nel gruppo di testa in Europa nel 2026, rispetto a: diffusione dell'identità digitale, riduzione del gap di competenze digitali, incremento dell'uso dei servizi in cloud da parte della PA."

La coincidenza con gli obiettivi del PNRR è ulteriormente ribadita nell'affermazione categorica che "Gli interventi hanno come traguardo principale quello di  crescita dell'erogazione dei servizi digitali essenziali erogati online, completamente delle reti a banda ultra-larga su tutto il territorio nazionale". Ma in quest'ambito la vera novità sta nel ruolo di vigilanza attiva e collaborativa affidato ad AgID, come previsto dal nuovo articolo 18bis del CAD, introdotto dal cosiddetto "decreto semplificazioni bis" (dl 77/21). Sulla base di questo nuovo mandato, l'Agenzia, oltre ad avere compiti di accertamento delle violazioni, ha anche un potere sanzionatorio, al momento non ancora precisato.

Ulteriori novità si riscontrano nella lettura dei 6 capitoli dedicati alle componenti tecnologiche corrispondenti ai livelli rappresentati nel Modello strategico: servizi, dati, piattaforme, infrastrutture, interoperabilità, sicurezza informatica.

Nel capitolo dedicato ai Servizi è la piena applicazione del Regolamento Europeo 2018/1724 Single Digital Gateway l'importante novità, insieme alle conseguenti azioni per ridurre la frammentazione ostacolo oggi al raggiungimento dell'obiettivo once only.

Nel capitolo sui Dati la novità è il progetto PDND (Piattaforma Digitale Nazionale Dati) che prevede che la fornitura dei dataset, avvenga preferenzialmente attraverso API (interfacce per programmi applicativi) interoperabili, documentate  attraverso i metadati (ontologie e vocabolari controllati), registrate nel catalogo apposito predisposto dal progetto.

Per ciò che attiene le Piattaforme, si introducono:

  • La nuova Piattaforma Notifiche Digitali che permette la notificazione e la consultazione digitale degli atti a valore legale;
  • La Piattaforma Gestione Deleghe (SDG) che consentirà ai cittadini di delegare altra persona fisica per agire presso le pubbliche amministrazioni attraverso una delega;
  • La già citata Piattaforma Digitale Nazionale Dati (PDND) che permette di aprire canali tra le PA e, così, farle dialogare, realizzando l'interoperabilità, attraverso l'esposizione di API.

Nel capitolo Infrastrutture la novità più rilevante è che entro gennaio 2022 dovrà avvenire la pubblicazione del regolamento per definire i livelli minimi di sicurezza, capacità elaborativa, risparmio energetico e affidabilità delle infrastrutture digitali della PA, nonché le caratteristiche di qualità, sicurezza, performance e scalabilità, portabilità dei servizi cloud, comprese le modalità di migrazione e di qualificazione dei servizi cloud per la pubblica amministrazione.

Nel contesto generale delle infrastrutture si chiariscono meglio le 3 direttrici fondamentali:

  • La creazione del PSN, la cui gestione e controllo di indirizzo siano autonomi da fornitori extra UE, destinato ad ospitare sul territorio nazionale principalmente dati e servizi strategici la cui compromissione può avere un impatto sulla sicurezza nazionale;
  • Un percorso di qualificazione dei fornitori di Cloud pubblico e dei loro servizi per garantire che le caratteristiche e i livelli di servizio dichiarati siano in linea con i requisiti necessari di sicurezza, affidabilità e rispetto delle normative rilevanti;
  • Lo sviluppo di una metodologia di classificazione dei dati e dei servizi gestiti dalle Pubbliche Amministrazioni, per permettere una migrazione di questi verso la soluzione Cloud più opportuna (PSN o Cloud pubblico qualificato).

In tema di iInteroperabilità la novità è nel metodo. Tavoli e gruppi di lavoro, l'avvio di progettualità congiunte e la capitalizzazione delle soluzioni open source realizzate dalla PA saranno le basi di protocolli d'intesa e accordi promossi per la condivisione tra le amministrazioni.

Anche qui centrale l'uso della PDND (Piattaforma Digitale Nazionale Dati), prevista in avvio entro dicembre 2022,  che renderà possibile l'interoperabilità dei sistemi informativi.

Nel capitolo dedicato alla Sicurezza informatica le novità di rilevo sono l'istituzione recente dell'Agenzia per la Cybersicurezza nazionale e il decreto attuativo del perimetro di sicurezza nazionale cibernetica che pongono il tema a fondamento della digitalizzazione della Pubblica Amministrazione.

In attesa delle Misure minime di sicurezza ICT per le pubbliche amministrazioni, attese entro dicembre 2022, viene richiesta una maggiore consapevolezza delle amministrazioni, dei loro dirigenti e dei loro dipendenti riguardo ai rischi potenziali, cosa non  banale visto che a dicembre 2020 la conoscenza della normativa sulla sicurezza dei Responsabili della Transizione Digitale (RTD) era di poco superiore al 50%.

Ma è la terza parte del Piano, quella dedicata alla Governance, che si presenta profondamente innovata nella sua articolazione. 

Il focus del capitolo 7 dedicato alle Leve per l'innovazione è il tema delle competenze digitali,  asset strategico per favorire l'innesto, efficace e duraturo, dei processi di innovazione in atto.

Il gap di competenze digitali da colmare nella popolazione e nella PA si pone 3 fondamentali risultati:

  • La diffusione delle competenze digitali nella PA attraverso la realizzazione e l'adozione di uno strumento per la rilevazione dei fabbisogni di formazione, a cura del Dipartimento della Funzione Pubblica.
  • L'incremento delle competenze digitali dei cittadini sull'uso dei servizi pubblici digitali
  • La diffusione delle competenze digitali nella PA per l'attuazione degli obiettivi del Piano triennale

Ognuno di questi obiettivi è declinato nel documento con target specifici e date precise per il loro raggiungimento.

Oltre alle azioni per l'erogazione di  cicli di formazione rivolte ai RTD, ai responsabili dei sistemi informativi, ai responsabili del monitoraggio e, più in generale, ai dipendenti pubblici, tra di essi alcuni tra i target più significativi sono:

  • La sperimentazione pilota di una "palestra digitale", ovvero di un ambiente che favorisca il potenziamento delle competenze digitali dei cittadini con strumenti di autovalutazione del livello di competenze digitali, di formazione e orientamento a risorse formative.
  • Il completamento dei programmi vincitori dell'avviso per il progetto pilota Servizio Civile Digitale.
  • L'avvio e lo sviluppo delle reti di facilitazione digitale,

Le PA dal canto loro devono rafforzare le leve per l'innovazione delle PA e dei territori e rafforzare le competenze digitali per la PA e per il Paese e favorire l'inclusione digitale.

La seconda leva d'innovazione sulla quale insite il capitolo è la qualificazione e orientamento della domanda pubblica, non un tema nuovo ma meglio precisato e ora declinato in tre fasi:

  • La generazione dell'innovazione con il potenziamento del "procurement d'innovazione". Risultato atteso: raggiungere entro il 2023 una percentuale di partecipazione del 50% di PMI e startup innovative sul totale delle aziende che partecipano alle gare.
  • La sperimentazione e lo sviluppo dell'innovazione con la costruzione dei Nodi Territoriali di Competenza (NTC) e la promozione delle cosiddette smart community, anche legate al programma Smarter Italy che intende sperimentare nuove soluzioni tecnologiche nel campo della mobilità, della salute e del patrimonio culturale.
  • La diffusione dell'innovazione con le gare strategiche per erogare servizi più semplici ed efficaci per i cittadini, le imprese e la stessa PA, incentivare l'utilizzo di contratti coerenti con gli obiettivi definiti dal Piano triennale.

Il capitolo 8 entra nel merito del Governo della trasformazione digitale e definisce i nuovi poteri di AgID di vigilanza, verifica, controllo e monitoraggio sul rispetto delle disposizioni del Codice dell'amministrazione digitale.

In questo processo, è centrale la figura del responsabile della transizione al digitale, non solo come interfaccia tra AGID, Dipartimento per la Trasformazione Digitale e Amministrazioni, ma anche all'interno dell'Amministrazione stessa, come motore dei processi di cambiamento e innovazione. Si introduce anche un nuovo strumento a disposizione delle amministrazioni: il "Format Piano Triennale". Lo strumento è pensato al fine di: rendere uniformi i Piani triennali ICT dei diversi enti; semplificare le attività di redazione di ciascuna amministrazione; comprendere e monitorare con maggiore efficacia come sono state recepite dalle PA le azioni previste all'interno del Piano triennale;  approfondire quali altre azioni sono state individuate localmente per il conseguimento dei singoli obiettivi previsti nel Piano triennale.

Tra le attività su questi punti:

  • La redazione di un Vademecum per la nomina di RTD in forma associata da parte delle PAL  e un nuovo programma di formazione avanzata per RTD;
  • La pubblicazione a marzo 2023 del monitoraggio misurazione target 2022 dei Risultati Attesi del Piano triennale
  • A giugno 2023 il  rilascio della soluzione online per la predisposizione e condivisione del "Format PT".

Concludono il documento le infografiche che rappresentano le agende delle PA in termini di avvio e conclusione delle azioni a loro carico presenti nelle roadmap degli 8 capitoli del Piano.

Scarica il Piano triennale per l'informatica nella PA – Aggiornamento 2021-2023 (versione notificata alla Commissione Europea)  

Valenzano, 17 gennaio 2022

 

 


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