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AGCOM: RELAZIONE 2017

 

 

 

L'Italia è penultima nell'Unione Europea per l'uso di internet, nonostante nel 2016 sia cresciuta di 3 punti la percentuale della popolazione che naviga, arrivando al 60% del totale. È il dato più eclatante della Relazione annuale al Parlamento che ieri il presidente dell'Agcom, Angelo Marcello Cardani, ha comunicato nella Sala della Regina di Palazzo Montecitorio.

La copertura nazionale con le reti a banda ultralarga nel 2016 è arriva nelle case al 72% (era al 41% nel 2015) ma gli italiani utilizzano il web meno della media Ue per acquisti, servizi bancari e video on demand, però siamo nella media per social network e sopra la media per il consumo di contenuti digitali (musica, video, giochi). 

Dopo 10 anni, nel 2016 le telecomunicazioni tornano a crescere e nel 2016 la spesa è aumentata di circa l'1%, rispetto al calo dell'1,8% nel 2015. È la seconda voce di spesa delle famiglie italiane, dopo quella per la casa. Se poi la analizziamo registriamo per la prima volta un sorpasso dei servizi dati su quelli servizi voce. In generale, comunque, per la diffusione dei servizi il divario dell'Italia con l'Europa è ancora alto, restiamo al 25esimo posto della classifica europea e ben al di sotto del valore medio di utilizzazione (media Ue 37%) anche se gli abbonati a reti a banda ultralarga passano dal 5% nel 2015 al 12% nel 2016. Inoltre si conferma quanto già evidenziato lo scorso anno: un sostanziale divario tra le Province del Meridione e quelle del Centro-Nord e allo sviluppo delle reti non sempre corrisponde una maggiore penetrazione, come nel caso delle Regioni del Sud e della Sicilia.

"La garanzia dell'accesso ad Internet di alta qualità per tutti è ancora lontana - ha affermato il presidente dell'Agcom, Angelo Marcello Cardani - anche se anche per effetto della regolazione la situazione è nettamente migliorata negli ultimi tre anni".

Per questo è corretto continuare a far ricorso alla finanza pubblica per gli investimenti infrastrutturali nelle aree cosiddette "a fallimento di mercato" (tipicamente zone montuose, a bassa densita abitativa), come è esplicitamente previsto dalla "Strategia Italiana per la banda ultra larga". 

Se il settore televisivo è in ripresa, la stampa e i quotidiani continuano a mostrare 'il declino strutturale' (Editoria: ricavi -6,6%). Altro tema caldo quello delle fake news: l'Authority si schiera a favore di un intervento normativo e contro l'autoregolamentazione dei colossi web '"che promettono di sviluppare algoritmi per rimuovere le informazioni false e virali, ma sono anche i principali utilizzatori gratuiti dell'informazione". 

Tra le sfide di cui Agcom si dovrà occupare nel futuro una delle principali è "garantire una tutela efficace nei confronti dei soggetti più deboli nella catena della comunicazione": i minori che spesso spendono gran parte del loro tempo davanti ad un device connesso alla rete. Per questo l'Autorità presenterà il nuovo libro bianco sul rapporto tra media e minori quale vademecum non solo per i broadcaster, ma anche e soprattutto per i genitori.

In conclusione Cardani ha detto: "Il mondo della comunicazione è cambiato. Non è più soltanto quello della carta stampata o digitale, della televisione lineare o della radio analogica, ma è anche quello della Rete. Sarà dunque importante per tutti noi continuare a studiare i fenomeni emergenti (come le fake news, l'incitamento all'odio, il cyberbullismo), ma è anche il momento di prendere coscienza che si sono affermati nuovi attori e nuove problematiche nella scena e che l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha bisogno del sostegno del legislatore per avere nuovi strumenti adatti ad affrontarle, ricordando a tutti loro una frase, scolpita nella sala Consiglio dell'Autorità, del nostro amato e compianto collega Antonio Preto: A questo servono le regole: non a limitare le nostre libertà, ma a garantirle e tutelarle".

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Valenzano, 12 luglio 2017