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ANTICIPAZIONI RAPPORTO SVIMEZ MEZZOGIORNO 2017

 

 

 

Lo studio dello Svimez (Associazione per lo sviluppo dell'industria e del Mezzogiorno) che anticipa il rapporto 2017 sull'economia del Mezzogiorno ci dice che le regioni del Mezzogiorno crescono più delle altre nel 2016.

Al Sud la crescita del Pil nel corso del 2016 è dell'1%, rispetto a un +0,8% del Centro-Nord, ma le previsioni di quest'anno dicono anche che il Pil dovrebbe aumentare dell'1,1% al Sud e dell'1,4 % nel Centro-Nord, paventando quindi un ritorno indietro dell Mezzogiorno. Se dovessero essere  confermati questi ritmi di crescita il Sud recupererà i livelli pre-crisi nel 2028, 10 anni dopo il Centro-Nord. Si configurerebbe così un ventennio di "crescita zero", che farebbe seguito alla stagnazione dei primi anni Duemila, con conseguenze nefaste sul piano economico, sociale e demografico.

Non è certo uno scenario facile quello che ci consegna il Rapporto SVIMEZ, ma queste considerazioni non devono condurre a rassegnazione, ma piuttosto a "calibrare l'intensità e la natura degli interventi da mettere in campo" per accelerare il tasso di crescita e mettere a frutto i vantaggi competitivi del Sud.

Tornando ai dati, la crescita del Pil del Sud nel 2016 - secondo Svimez -  è stata conseguenza di alcune condizioni peculiari: "il recupero del settore manifatturiero, cresciuto cumulativamente di oltre il 7% nel biennio 2015-2016, e del +2,2% nel 2016, la ripresa del settore edile (+0,5% nel 2016), il positivo andamento dei servizi (+0,8% nel 2016)".  

Nel 2017 dovrebbe crescere nuovamente la domanda interna: i consumi totali aumenterebbero dell'1,2% (quelli delle famiglie dell'1,4%) e gli investimenti al Sud del +2%. Si prevede anche una crescita per l'occupazione. (+0,6%), ma ma non incide sull'emergenza sociale e, se pur gli occupati al sud sono in forte recupero, resta la distanza all'Europa. 

La Puglia ha molto frenato (+0,7%) rispetto al positivo andamento del 2015, perché è andata male l'agricoltura, che ha un peso notevole nell'economia regionale, e i servizi sono rimasti pressoché stazionari.

Al Sud si è registrato anche un minore impatto di Industria 4.0 sul PIL e sulla produttività e quindi la principale leva nazionale della politica industriale è da sola insufficiente per sostenere l'ammodernamento del sistema produttivo al Sud. Occorre pertanto adottare una "strategia generale che può partire, come diremo in conclusione, dal dotarsi di una leva di forte attrazione di investimenti esterni (come ad esempio le Zone Economiche Speciali) e dall'agire sul contesto, attraverso il rilancio degli investimenti pubblici nell'area, il cui declino non si arresta, soprattutto per il venir meno di quelli ordinari e il conseguente effetto sostitutivo di quelli finanziati coi Fondi europei, che andrebbero per lo meno ricondotti complessivamente ai livelli pre crisi."

Scarica il Rapporto Vai alla fonte http://lnx.svimez.info/353

Valenzano, 31 luglio 2017