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DESI 2018

 

 

 

La Commissione europea ha pubblicato i risultati del 2018 dell'indice di digitalizzazione dell'economia e della società, meglio noto come indice DESI, lo strumento che controlla le prestazioni degli Stati membri in termini di connettività digitale, competenze digitali, attività online e digitalizzazione delle imprese e dei servizi pubblici.

Complessivamente l'indice ci parla di una UE che diventa sempre più digitale, anche se permane il divario tra gli Stati membri. La Commissione per superare questa situazione ritiene sia urgente il completare  il mercato unico digitale e aumentare gli investimenti nella digitalizzazione dell'economia e della società.

L'Italia si posiziona al 25° posto fra i 28 Stati membri dell'UE. Nel corso dell'ultimo anno ha fatto registrare nel complesso un miglioramento, pur se la sua posizione nella classifica DESI è rimasta invariata. L'integrazione delle tecnologie digitali e i servizi pubblici digitali rappresentano i principali catalizzatori del progresso digitale a livello nazionale e un altro segnale positivo è offerto dalle prestazioni in termini di copertura delle reti NGA, che appaiono in fase di recupero (dal 23º posto del 2016 al 13º del 2017). Come negli anni precedenti, la sfida principale è rappresentata dalla carenza di competenze digitali: benché il governo italiano abbia adottato alcuni provvedimenti al riguardo, si tratta di misure che appaiono ancora insufficienti.

Le conseguenze risultano penalizzanti per la performance degli indicatori DESI sotto tutti e cinque gli aspetti considerati: diffusione della banda larga mobile, numero di utenti Internet, utilizzo di servizi online, attività di vendita online da parte delle PMI e numero di utenti eGovernment. Le prestazioni dell'Italia si collocano all'interno del gruppo di paesi dai risultati inferiori alla media europea.

In particolare sul fronte eGovernment, l'Italia procede lentamente confermandosi al 19º posto in classifica. Notevole crescita degli open data, l'Italia ha migliorato la sua posizione in classifica di 11 posti, superando così la media UE. Mentre la performance peggiore è per gli utenti eGovernment, che vede l'Italia all'ultimo posto in classifica fra i paesi UE: si tratta di un risultato addirittura peggiore di quello registrato per l'uso di altri servizi online, che potrebbe essere il sintomo di alcuni problemi per quanto riguarda l'utilizzabilità dei servizi pubblici. Invece, per quanto riguarda l'utilizzo dei servizi di sanità digitale, l'Italia si posiziona bene, collocandosi all'8° posto fra gli Stati membri dell'UE. 

Scarica la sintesi della performance dell'Italia

Nel corso degli anni passati l'UE ha continuamente migliorato le sue prestazioni digitali e il divario tra i paesi più e meno digitalizzati si è ridotto leggermente (da 36 a 34 punti). Il punteggio più alto nel DESI 2018 è stato ottenuto da Danimarca, Svezia, Finlandia e Paesi Bassi, che sono tra i leader mondiali nel campo della digitalizzazione, seguiti da Lussemburgo, Irlanda, Regno Unito, Belgio ed Estonia. Irlanda, Cipro e Spagna hanno registrato il maggior progresso (oltre 15 punti) negli ultimi quattro anni. Tuttavia alcuni altri paesi dell'UE hanno ancora molta strada da fare e nel suo complesso l'Unione ha bisogno di migliorare le sue prestazioni per rimanere competitiva a livello internazionale.

APPROFONDIMENTO

La connettività è migliorata, ma non abbastanza per far fronte a esigenze in costante crescita

  • Il 58% delle famiglie ha accesso alla connettività ultraveloce con velocità di almeno 100 Megabit per secondo (Mbps) e il numero di abbonamenti è in rapido aumento. La banda larga ultraveloce è accessibile per il 15% delle famiglie: questo dato è raddoppiato nei soli ultimi due anni ed è cinque volte superiore rispetto al 2013.
  • L'80% delle famiglie europee è servito da una connessione a banda larga veloce con velocità di almeno 30 Mbps (erano il 76% l'anno scorso) e un terzo delle famiglie europee (33%) è abbonato a questo servizio (con un aumento del 23% rispetto all'anno scorso e del 166% rispetto al 2013).

Il numero di abbonamenti alle reti mobili di dati è aumentato del 57% rispetto al 2013, raggiungendo la quota di 90 abbonamenti ogni 100 cittadini dell'UE. In media, il 91% della popolazione dell'UE è servito da reti mobili 4G (l'84% l'anno scorso).

Gli indicatori rivelano che la domanda di banda larga veloce e ultraveloce è in rapido aumento e si prevede un ulteriore aumento in futuro. La Commissione ha proposto una riforma delle norme UE in materia di telecomunicazioni per soddisfare il crescente fabbisogno di connettività dei cittadini europei e stimolare gli investimenti.

Sempre più cittadini europei utilizzano Internet per comunicare

L'aumento nell'uso dei servizi Internet è in particolare legato a telefonia e videochiamate: quasi la metà dei cittadini europei (46%) si serve di Internet per effettuare chiamate; questo dato rappresenta un aumento di quasi il 20% rispetto all'anno scorso e di oltre il 40% rispetto al 2013. Altri indicatori rivelano che l'81% degli europei ormai si connette a Internet almeno una volta alla settimana (il 79% l'anno scorso).

Con lo scopo di aumentare la fiducia nell'ambiente online, il 25 maggio 2018 entreranno in vigore le nuove norme dell'UE sulla protezione dei dati.

L'UE può contare su un numero maggiore di esperti digitali rispetto al passato, ma permangono divari di competenze

  • L'UE ha registrato un miglioramento minimo per quanto riguarda il numero dei laureati in scienza, tecnologia, ingegneria e matematica (STEM) (19,1 laureati ogni 1 000 persone di età compresa tra i 20 e i 29 anni nel 2015, rispetto ai 18,4 del 2013);
  • il 43% degli europei non possiede ancora competenze digitali di base (il 44% l'anno scorso).

Parallelamente alla coalizione per le competenze e le occupazioni digitali, la Commissione ha lanciato le Digital Opportunity Traineeship per far fronte al divario di competenze digitali in Europa. L'iniziativa pilota offrirà a oltre 6 000 studenti e neolaureati tirocini in ambito digitale in un altro paese dell'UE fino al 2020.

Le imprese sono più digitali ma il commercio elettronico progredisce lentamente

Mentre sempre più imprese inviano fatture elettroniche (il 18%, contro il 10% del 2013) o utilizzano i social media per dialogare con i clienti e i partner (il 21%, contro il 15% del 2013), il numero di PMI che praticano il commercio online si è fermato negli ultimi anni (17%).

Per dare un impulso al commercio elettronico nell'UE, la Commissione ha dato vita a una serie di misure che vanno da una maggiore trasparenza dei prezzi per la consegna di pacchi alla semplificazione delle norme relative all'IVA e ai contratti del settore digitale. A partire dal 3 dicembre 2018 i consumatori e le imprese potranno usufruire delle migliori offerte online in tutta l'UE senza essere discriminati sulla base della loro nazionalità o residenza.

Gli europei utilizzano maggiormente i servizi pubblici online

Il 58% degli internauti che hanno trasmesso moduli alla pubblica amministrazione ha utilizzato i canali online (il 52% nel 2013);

  • il 18% dei cittadini europei utilizza servizi sanitari online.

Nell'aprile 2018 la Commissione ha adottato iniziative in materia di riutilizzo delle informazioni nel settore pubblico e di sanità elettronica che permetteranno di migliorare notevolmente i servizi pubblici online transfrontalieri nell'UE.

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Valenzano, 22 maggio 2018