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RELAZIONE FINALE DIGITALIZZAZIONE PA

Alla chiusura dei lavori, dopo un anno di attività, la Commissione parlamentare d'inchiesta sul livello di digitalizzazione della PA e della spesa ICT, presieduta da Paolo Coppola, ha approvato all'unanimità la relazione finale. 

 

"Continuare le azioni intraprese negli ultimi anni, rafforzando e stabilizzando la governance della trasformazione" è la sollecitazione della Commissione nei confronti del Governo e del Parlamento. La Commissione, inoltre, esorta ad aumentare la capacità del legislatore di eseguire un costante assessment dell'impatto tecnologico sulla normativa. 

Tra i suggerimenti: investire sul capitale umano, una priorità assoluta per i risparmi della PA, non più procrastinabile, e migliorare il processo di acquisto in Ict, per ottenere un rapporto più efficace tra gli investimenti effettuati e risultati realmente ottenuti.  Priorità è dunque far crescere una classe dirigente con innovative competenze digitali, utili a meglio valutare la qualità del software, ma soprattutto efficace nel governo di un processo di trasformazione culturale, economico e sociale che ha modificatp profondamente il modello di sviluppo dei Paesi più avanzati.

La trasformazione digitale della PA per la Commissione e per la deputata Enza Bruno Bossio, relatrice del documento finale, è vista come il modo per utilizzare meglio il denaro pubblico e strumento efficace nella lotta alla corruzione. 

Le maggiori criticità riscontrate sono due: lo squilibrio nei confronti del fornitore, connesso alla mancanza di competenze dell'amministrazione pubblica procura il pericolo del lock-in, ovvero il meccanismo tramite il quale si crea un ostacolo al cambio di fornitore e quindi una limitazione alla concorrenza; riguardo al procurement, la necessità di uscire dalla logica del massimo ribasso sul costo dei function point e passare ad una logica di prodotto, con opportune metriche di qualità. 

Emblematico il caso del responsabile della transizione alla modalità digitale, una figura fondamentale, un vero e proprio Chief Digital Officer della PA. Le amministrazioni sono in grande ritardo e, anche laddove sono stati nominati, spesso non sono state rispettate le disposizioni dell'art. 17 del CAD (che prevede specifiche competenze tecniche e che l'ufficio sia una direzione generale).

Per elaborare la relazione la Commissione ha svolto finora 67 audizioni, alle quali hanno partecipato 127 invitati, e ha effettuato un sopralluogo al centro di elaborazione dati di Sogei a Roma. Ha acquisito una grande mole di documentazione durante le audizioni e mediante richieste dirette a enti pubblici e privati, in modalità digital first, richiedendo documentazione esclusivamente in formato digitale e costruendo un archivio digitale con livelli differenziati di accesso. Le comunicazioni con le pubbliche amministrazioni sono avvenute sempre tramite indirizzo di posta elettronica certificata. I maggiori comuni italiani sono stati invitati a compilare un questionario on line sull'attuazione del CAD. I documenti dell'archivio sono stati distribuiti usando le applicazioni GeoCamera e Filr e sono stati messi a disposizione con il supporto del Servizio Informatica della Camera dei deputati. I documenti dichiarati liberi sono stati pubblicati sul sito della Camera. Insomma, l'attività della Commissione rappresenta la prima esperienza completamente paperless nella storia dell'amministrazione della Camera.
 
 
Valenzano, 6 novembre 2017