Le nuove regole dovranno essere presto ratificate dal Consiglio dell'Unione europea e la riforma sarà così il principale strumento di investimento nell'economia reale europea, volta a creare crescita e posti di lavoro. Tenendo conto del contributo nazionale degli Stati membri e dell'effetto di leva degli strumenti finanziari, l'impatto complessivo dovrebbe superare i 500 miliardi di euro per il settennio 2014-2020. La riforma si coniuga in 10 punti: - Investire in tutte le regioni dell'UE e adattare il livello di sostegno e il contributo nazionale (tasso di cofinanziamento) ai loro livelli di sviluppo: regioni meno sviluppate (PIL < 75% della media UE-27); regioni in transizione (PIL dal 75% al 90% della media UE-27); regioni più sviluppate (PIL > 90% della media UE-27).
- Indirizzare le risorse sui settori chiave per la crescita: gli investimenti a valere sul Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) verranno concentrati su 4 priorità chiave: innovazione e ricerca, agenda digitale, sostegno alle piccole e medie imprese (PMI) ed economia a bassa emissione di carbonio, a seconda della categoria della regione (meno sviluppata: 50%, in transizione: 60% e più sviluppata: 80%).
- Stabilire obiettivi chiari, trasparenti e misurabili e parametri di responsabilità e di risultato: i paesi e le regioni dovranno annunciare sin dall'inizio quali obiettivi intendono raggiungere con le risorse disponibili e identificare esattamente in che modo misureranno i progressi compiuti in direzione di tali obiettivi.
- Definire di condizioni prima che i finanziamenti vengano convogliati in modo da assicurare investimenti più efficaci.
- Definire una strategia comune per assicurare un migliore coordinamento ed evitare le sovrapposizioni.
- Ridurre la burocrazia e semplificare l'uso degli investimenti UE attraverso un insieme comune di regole per tutti i Fondi strutturali e di investimento europei nonché regole di contabilità più semplici, oneri di rendicontazione più mirati e un maggior uso delle tecnologie digitali ("e-cohesion").
- Accrescere la dimensione urbana della politica stanziando un importo minimo delle risorse a valere sul FESR per progetti integrati nelle città, al di là degli altri tipi di spesa consacrata alle zone urbane.
- Rafforzare la cooperazione transfrontaliera e agevolare la costituzione di un maggior numero di progetti transfrontalieri.
- Assicurare che la politica di coesione sia meglio correlata alla più ampia governance economica dell'UE.
- Incoraggiare l'uso degli strumenti finanziari per dare alle PMI maggiore sostegno e accesso al credito
Per approfondimenti http://ec.europa.eu/italia/attualita/primo_piano/pol_regionale/politica_coesione_2014_2020_it.htm Valenzano, 22 novembre 2013 |