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AGENDA DIGITALE SCOREBOARD 2015

La Commissione europea ha appena pubblicato i nuovi dati e analisi sulle performance digitali nell'UE del 2014. L'Italia è al 25° posto tra i 28 paesi membri.

 

La maggior parte dei paesi membri della UE ha raggiunto molti degli obiettivi dell'Agenda digitale, come il numero di persone che utilizzano regolarmente Internet o la disponibilità di banda larga di base per i cittadini. Tuttavia per un completo sviluppo digitale bisogna ancora lavorare, ad esempio non sono molte le PMI che vendono on-line. Anche per questo la strategia adottata dalla Commissione per il mercato unico digitale - un migliore accesso digitale ai servizi e alle merci, la promozione di un ecosistema favorevole alla diffusione dei servizi digitali e il digitale inteso come driver della crescita in Europa - può contribuire in modo significativo a risolvere le questioni in sospeso. 

Nel corso del 2014 sono stati fatti significativi progressi nella copertura dei paesi con la banda larga (la Banda larga mobile 4G è disponibile al 79% delle famiglie, rispetto al 27% di due anni fa), ma per la Banda Larga Ultra veloce, nonostante i 20 milioni di abbonamenti ad almeno 30Mbps per dispositivi fissi e mobili stipulati nell'UE negli ultimi due anni, siamo ancora indietro, infatti essi sono meno di un terzo degli abbonamenti totali. Se le tecnologie fisse coprono il 97% delle famiglie europee, l'accesso con reti di nuova generazione (NGA) è possibile al 68% delle famiglie (62% un anno fa) e la copertura rurale rimane significativamente più bassa.

Permangono grosse differenze tra Stati Uniti e Europa occidentale nel traffico Internet per utente sia da rete fissa (75GB contro 39GB al mese) che mobile (1,8 GB contro 0.8GB al mese sugli smartphone). Anche i ricavi degli operatori di telecomunicazione europei sono in calo, sin dal 2010 (da € 246bn nel 2010 a € 230 miliardi nel 2014), mentre negli Stati Uniti essi sono ancora in crescita (da € 220 miliardi nel 2010 a € 266bn nel 2014).

Il 75% della popolazione dell'UE ha usato Internet almeno una volta alla settimana nel 2014 e per molte persone l'uso di internet è una attività quotidiana. Cresce l'utilizzo anche da parte di persone svantaggiate (persone appartenenti ad almeno uno dei tre gruppi: età 55-74, basso livello di istruzione o disoccupati, inattivi o in pensione) .

Dunque, in anticipo sulla data prevista, sono stati stati raggiunti gli obiettivi dell'agenda digitale relativamente all'uso di internet. Tutto oro dunque? No, e soprattutto per l'Italia alcuni dati sono critici.

 

Nella figura è rappresentato graficamente il rapporto tra i dati dell'Italia, quelli della media UE e quelli dei paesi a più bassa performance. L'Italia ha un punteggio complessivo di 0,37 e si classifica 25° su 28 Stati membri dell'UE.

L'anno scorso, l'Italia ha compiuto grossi progressi in Integrazione di tecnologie digitali delle imprese, tuttavia, le aziende italiane sono ancora in gran parte non digitali, pagando un prezzo alto in termini di competitività. In Italia grande è il ritardo rispetto alla Connettività, internet veloce era disponibile solo al 36% delle famiglie nel mese di dicembre 2014, la seconda peggiore performance di copertura in Europa, solo il 51% delle famiglie è abbonato alla banda larga fissa, la percentuale più bassa in Europa, e solo il 3,8% di abbonamenti alla banda larga sono per velocità superiori a 30 Mbps. Infine, l'Italia presenta bassi livelli di competenze digitali  con una delle più basse tra le percentuali di utenti regolari di Internet nell'UE (59%) e il 31% della popolazione italiana che non ha mai utilizzato Internet. Per la fiducia il 42% degli utenti di Internet si avvale di servizi bancari online e il 35% i negozi on-line, valore ai minimi tra i paesi membri. Nei servizi digitali pubblici invece l'Italia si avvicina alla media, anche se l'uso dell'e-government è ancora basso, in parte a causa di servizi pubblici online non ancora sufficientemente sviluppati e in parte a causa di problemi connessi alla mancanza di competenze digitali.

Il 18% della popolazione dell'UE non ha mai utilizzato Internet per mancanza di interesse o competenze e per fattori di costo. Solo il 40% della popolazione ha competenze informatiche sufficienti e la crescente domanda di professionisti ICT nell'economia sta portando ad un divario di competenze stimato in 825 000 posti vacanti entro il 2020. Le maggiori lacune sono previste in Germania, Regno Unito e proprio in Italia.

Più della metà (57%) degli utenti Internet europei utilizzano l'online banking e quasi due terzi (63%) utilizzano negozi on-line così come sono in crescita lenta gli shopping online transfrontalieri (+6,5 %negli ultimi quattro anni).  Il 21% delle persone nell'UE usufruisce di servizi cloud per memorizzare i file e il 15% lo fa con lo scopo di condividere i file. Questi dati aumentano notevolmen te nella fascia giovani. Ma solo l'11% degli utenti di cloud è disposta a pagare per il servizio che stanno utilizzando.

Permangono le diffidenze per l'acquisto tra paesi differenti (15%).  Se il 97% delle imprese nella UE ha una connessione internet, solo il 19% ha fatto uso dei servizi cloud e le PMI che vendono online si attestano al 14,5% con un aumento di soli 3,5 punti percentuali in cinque anni.

Il 26% della popolazione utilizza i servizi di eGovernment (obiettivo dell'agenda digitale del 25% raggiunto), tuttavia mentre la maggior parte dei servizi pubblici più utilizzati sono ora disponibili on-line, essi non sono ancora facile da usare ed è ancora difficile superare le barriere all'uso da parte della popolazione (mancanza di fiducia e di competenze).

Il settore di Ricerca e Sviluppo è il 17% della spesa totale delle imprese, dove le TIC rappresentano il 4% del PIL dell'UE e danno lavoro a 6.2 milioni di persone. Volendo dare alcuni dati l'innovazione rappresenta il 26% del totale (misurata in brevetti), il 19% dell'occupazione in attività ad alta intensità di conoscenza, il 25% delle esportazioni di beni ad alta tecnologia, 20 % delle esportazioni di servizi ad alta intensità di conoscenza, e il 23% dell'occupazione nelle imprese a crescita rapida innovativi. Nel suo primo anno di attuazione, Horizon 2020 ha stanziato € 1.550.000.000 di finanziamenti comunitari a 545 progetti nel settore delle TIC, attirando 2.106 organizzazioni. Precedentemente, il finanziamento medio annuo per l'ICT era 1.080.000.000 € / anno; il numero medio dei partecipanti era di 1.830 / anno.

Il quadro di valutazione dell'agenda digitale 2015 è basato su dati pubblicati on-line tra gennaio e giugno 2015, di cui questi sono gli ultimi. Tutti i dati sono raccolti in 6 capitoli: Connettività, il capitale umano (competenze digitali), l'uso di internet (da parte dei cittadini), integrazione della tecnologia digitale (da parte delle imprese), Servizi pubblici digitali,  Ricerca e sviluppo (tra cui R & S nel settore delle TIC e partecipazione a Horizon 2020).

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Valenzano, 18 giugno 2015

 

 

 


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