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BANDA LARGA E PATTO DI PARTENARIATO

Il ministro dello Sviluppo Economico, Federica Guidi''Siamo consapevoli del ritardo e l'impegno sarà massimo per sbloccare il processo di digitalizzazione a vantaggio dei cittadini e delle piccole e medie imprese''. 

 

Il governo ha assicurato, per bocca del ministro Guidi, che è totalmente impegnato sui temi dell'Agenda digitale, mentre si diffondono le notizie sui rilievi con cui la Commissione Ue ha commentato la strategia nazionale di spesa dei fondi europei 2014-2020 destinati a banda larga e digitalizzazione della PA, contenuti nel patto di partenariato inviato lo scorso 9 dicembre dall'allora Ministro per la Coesione territoriale Carlo Trigilia.

Sarebbero 351  i rilievi e sarebbero contenuti in una lunga lettera di osservazioni che Bruxelles ha inviato lo scorso 10 marzo al governoLo schema d'interventi previsti apparirebbe ancora troppo frammentario, mancherebbe di una regia nazionale e avrebbe un eccessivo margine d'indeterminatezza sulle motivazioni, gli obiettivi e le tempistiche delle azioni per la banda larga. C'è anche una sostanziale valutazione negativa sull'attuale piano Piano Strategico Banda Ultralarga. Secondo la Commissione, in tutti e tre gli ambiti contenuti nell'Obiettivo Tematico 2 della nuova politica di coesione comunitaria - PA digitale, banda larga e sviluppo della domanda - la proposta manca una strategia globale volta ad affrontare le carenze in termini di infrastrutture, contenuti e servizi e ha un'impostazione, incardinata su una pluralità di piani regionali, che si è rivelata poco efficiente. Infine nel Patto non vengono indicate le azioni più opportune per raggiungere i target di 30 e 100 Mps.

Ma il tema che realmente sottende a tutte le critiche mosse è lo scetticismo di Bruxelles nei confronti della ripartizione geografica dei fondi, concentrati all'80% nelle regioni meridionali ex obiettivo 1 (Calabria, Campania, Puglia, Sicilia, Basilicata). 

Insomma, parrebbe non salvarsi proprio nulla, ci sono dubbi sull'e-Government e l'e-Procurement, sono richieste integrazioni e migliorie su e-Skills, professionisti dell'Ict, e-Learning, commercio elettronico, e-Culture, turismo, agricoltura e Tic nelle imprese e  il documento italiano non sembra considerare le competenze informatiche come competenze chiave per migliorare l'occupazione, nonostante la loro importanza nell'attuale contesto economico.

Al governo Renzi toccherà dunque raddrizzare il tiro per rispondere alla  Commissione Ue che attende una versione rivista dell'Accordo di partenariato entro l'estate. Perciò accogliamo con favore la dichiarazione di impegno del ministro dello Sviluppo Economico, Federica Guidi, che ha comunque precisato: "Le infrastrutture digitali sono le autostrade del futuro e il mercato non è in grado di coprire da solo il territorio. Le aree di fallimento del mercato superano il 50% del Paese, senza l'intervento pubblico ci saranno due Italie a velocità distinte e una sarà esclusa dalla competizione globale''.

Valenzano, 27 marzo 2014 

 

 


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