"Nel rapporto si chiede l'inclusione sociale e tecnologica e la partecipazione dei cittadini, spiegando quali siano i benefici sociali ed economici dell'accesso a banda larga e alle TIC per le donne, i piccoli imprenditori e le popolazioni più vulnerabili. Soprattutto, questo rapporto mostra i modi in cui possiamo avanzare ulteriormente nel percorso segnato dall'agenda per lo sviluppo sostenibile, promuovendo l'uso delle nuove tecnologie a sostegno della parità di genere e l'empowerment delle donne" ha continuato la Clark.

"Doubling Digital Opportunities, Enhancing the Inclusion of Women & Girls In the Information Society" fornisce la prima istantanea globale dell'accesso di genere alla banda larga, mettendo insieme un'ampia ricerca delle agenzie delle Nazioni Unite, dei membri della Commissione e dei partner dell'industria, del governo e della società civile. Il rapporto stima in circa 200 milioni la differenza tra uomini e donne on line nel mondo, avvertendo che il gap potrebbe crescere fino a 350 milioni entro i prossimi tre anni, se non si interviene. Su 2,8 miliardi di utenti Internet del mondo, 1,3 miliardi sono donne, a fronte di 1,5 miliardi di uomini. Ma, se il divario tra gli utenti di sesso maschile e femminile è relativamente piccolo nelle nazioni OCSE, esso si allarga rapidamente nelle nazioni in via di sviluppo, dove l'accesso è più costoso e le TIC sono spesso riservate al solo utilizzo da parte degli uomini. Nell'Africa sub-sahariana, per esempio, gli autori del rapporto stimano che la differenza arrivai addirittura alla metà.

Anche sulle tecnologie a maggiore diffusione, come quelle della telefonia mobile, le donne sono in media il 21 % in meno con un gap stimato in 300 milioni di euro. La ricerca ha evidenziato che nei paesi in via di sviluppo ogni aumento del 10% dell'accesso alla banda larga si traduce in una crescita del 1,38 % del PIL, ciò significa che portare ulteriori 600 milioni di donne online potrebbe incrementare il PIL mondiale di ben 18 miliardi di dollari. Per questo il rapporto ipotizza che tale differenza potrebbe anche rappresentare una opportunità per il mercato, in particolare per i produttori di dispositivi, gli operatori di rete e gli sviluppatori di software e di app.

Entro il 2015, si stima che il 90 % dell'occupazione in tutti i settori richiederà competenze TIC, le donne ora rappresentano meno del 20 % dei professionisti TIC. Per questo la relazione, infine, sottolinea l'importanza di incoraggiare più donne a intraprendere una carriera nel settore.

"Promuovere l'accesso delle donne alle TIC, e in particolare della banda larga, deve essere al centro dell'agenda dello sviluppo globale -  ha detto Hamadoun I. Touré, segretario generale ITU e co- vice presidente della Commissione a banda larga - Il miracolo del mobile ha dimostrato il potere delle TIC nel guidare la crescita sociale ed economica, ma questa relazione rivela un preoccupante 'gender gap' . Dobbiamo garantire un accesso equo alle TIC di tutte le persone e, soprattutto da parte delle giovani generazioni. Credo che sia nell'interesse di tutti i governi adoperarsi con urgenza per porre rimedio a questo squilibrio".

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Valenzano, 2 ottobre 2013