L'innovazione della UE è andata migliorando di anno in anno, nonostante il perdurare della crisi economica, ma il divario all'interno degli Stati membri si sta allargando. Infatti, mentre i paesi più innovativi hanno ulteriormente migliorato le loro prestazioni, altri hanno mostrato una totale assenza di progressi. Questo è il risultato del Innovation Union Scoreboard 2013, la classifica presentata dalla Commissione Europea per rappresentare il trend evolutivo dei paesi membri nel settore.

I driver di crescita dell'innovazione nell'UE sono ancora le PMI e la capacità di commercializzazione delle innovazioni, insieme alla presenza di  sistemi di ricerca di eccellenza. Tuttavia, la crisi nel mondo e la caduta degli  investimenti in venture capital nel corso degli anni 2008-2012, hanno influenzato negativamente i risultati complessivi.

La classifica generale rimane relativamente stabile, con la Svezia saldamente al primo posto, seguita da Germania, Danimarca e Finlandia. L'Italia si posiziona al di sotto della media UE, nel terzo dei quattro gruppi in cui sono annoverati i paesi dell'Unione, tra gli Innovatori moderati insieme a Spagna, Portogallo, Repubblica Ceca, Grecia, Slovacchia, Ungheria, Malta e Lituania. E proprio la Lituania, insieme a Estonia e Lettonia sono i paesi che hanno segnato i maggiori progressi rispetto allo scorso anno.

L'analisi ha portato il vicepresidente della Commissione europea Antonio Tajani, commissario per l'industria e l'imprenditoria a commentare: "I risultati di quest'anno mostrano che la crisi economica ha influenzato negativamente l'attività di innovazione in alcune parti d'Europa, mentre gli investimenti in innovazione sono fondamentali se vogliamo mantenere alta la nostra competitività e perciò dobbiamo incoraggiare l'imprenditorialità delle PMI che sono state un fattore chiave di innovazione."

L'Innovation Union Scoreboard 2013 fornisce, oltre alla valutazione comparativa delle prestazioni in ricerca e innovazione dei 27 stati membri, anche i loro punti di forza e di debolezza e aiuta gli stati a valutare le aree in cui hanno bisogno di concentrare i loro sforzi. Il quadro di valutazione si estende anche alla Croazia, la Serbia, l'ex Repubblica iugoslava di Macedonia, la Turchia, l'Islanda, la Norvegia e la Svizzera, stati non compresi nell'Unione. Infine, un numero più limitato di indicatori è disponibile per la valutazione a livello internazionale e copre  Australia, Brasile, Canada, Cina, India, Giappone, Russia, Sud Africa, Corea del Sud e gli Stati Uniti. (i.cam)

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Valenzano, 8 aprile 2013