Gli sforzi di questi ultimi anni per la diffusione della cultura della trasparenza dei dati nella pubblica amministrazione e dell'accountability cominciano a dare i primi frutti: l'Italia si attesta alla 17° posizione su 122, guadagnando ben 8 posizioni nell'elaborazione 2015 del Global Open Data Index  e, sorprendentemente, scavalcando paesi illustri come la Germania, solo al 26° posto.

Sono i primi risultati di una strategia che ha visto la creazione e il rilascio di portali tematici sui quali è possibile accedere ad alcuni tra i più complessi dati in possesso della PA. È il caso di Soldi Pubblici  il portale che permette ai cittadini di scoprire chi spende per cosa e quanto, attraverso facili e intuitive infografiche territoriali o cercando un singolo ente o una singola voce. I dati sono in formato aperto, scaricabili per avere sottomano un patrimonio di informazioni e controllare la spesa pubblica.

Con la stessa logica Italia Sicura offre invece la mappa dei cantieri antidissesto e delle opere pubbliche contro frane e alluvioni, comune per comune, permettendo a chiunque di tenere sotto controllo lo stato delle emergenze, regione per regione, e Open Cantieri raccoglie, e integra fra loro, le informazioni sulla realizzazione delle infrastrutture strategiche nazionali. Il quadro attuale, in continuo aggiornamento, è ancora parziale e il suo completamento è previsto per il 2016.

OpenExpo invece è un'iniziativa specifica volta a rendere trasparenti tutti i dati di Expo2015. Per tutta la durata della manifestazione il portale ha monitorato lo stato di avanzamento dei lavori, dei flussi finanziari, degli acquisti e dei pagamenti, in modo trasparente e controllabile da chiunque. In una sezione ad hoc sono mostrati anche alcuni casi interessanti di possibile riuso dei dati aperti forniti.

Grazie allo sforzo profuso negli ultimi mesi, si fa strada dunque la cultura della trasparenza con il suo controaltare: la possibilità del controllo da parte dei cittadini. Contemporaneamente incomincia a concentrarsi l'attenzione sui dati come possibile fonte di creazione di valore economico, sociale e culturale attraverso il loro riutilizzo: da parte dei giornalisti che possono arricchire le loro tesi con dati concreti e incontrovertibili, da parte delle imprese che possono utilizzarli per dar sfogo alla propria creatività e proporre soluzioni utili ai cittadini, da parte di quella cittadinanza attiva che comprende quanto il rendiconto e il controllo sulle scelte siano la base della buona politica.

Sempre in una logica di accountability l'Agenzia per l'Italia Digitale rende disponibili i dati sullo stato dell'arte e le proiezioni future dei progetti coordinati dall'Agenzia con il monitoraggio dei progetti di Crescita Digitale, Ciascun progetto è descritto da indicatori che forniscono dati e cifre sullo stato di avanzamento e per alcuni è  disponibile una "timeline" che ne illustra le milestone future.

Il Global Open Data Index certifica questi sforzi, premiando con un avanzamento l'Italia che ha fatto considerevoli passi in avanti in alcune delle  tredici categorie chiave, attraverso le quali l'indice classifica i paesi. Nella classifica della Open Knowledge Foundation si precisa, comunque, che non sono stati presi in considerazione i nuovi dataset di soldipubblici.it relativi alla spesa pubblica generata dalle amministrazioni centrali. È una buona notizia, signifca che i margini di crescita per il nostro Paese restano ancora ampli e si prospetta già dal 2016 la possibilità di entrare nelle prime dieci posizioni della classifica mondiale.

Valenzano, 14 dicembre 2015