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MERCATO UNICO DIGITALE: BIG DATA (pomeriggio)

 

 

Big data è stato il primo tema affrontato nel pomeriggio, alla ripresa dei lavori dell'evento, promosso dall'Europe Direct Puglia nel pad. 10 della Fiera, sulla strategia europea per il completamento del mercato digitale.

Francesco Surico, direttore generale di InnovaPuglia, ha aperto i lavori con alcune slide che hanno introdotto il tema. I big data, caratterizzati da grandi volumi, da alta velocità di cambiamento, da una disparata varietà di forme e fonti e da quella che è chiamata la 'veracità', cioè l'incertezza dei dati, si stima che possano generare business per oltre 54 miliardi di dollari nel 2017, in crescita esponenziale sull'immediato passato (10,2 $ nel 2013). Questo ci espone anche alla necessità di affrontare e risolvere rapidamente tutte le questioni legate, ad esempio, alla gestione dei dati sensibili e della privacy o della sicurezza dei dati. Ma per le pubbliche amministrazioni i big data sono connessi agli open data, erroneamente visti solo come un adempimento agli obblighi di trasparenza, ma in realtà un formidabile potenziale generatore di business. Quindi, come ci ha raccontato Surico, affinché diventino un'opportunità è necessario comprendere a fondo come essi possano essere rilasciati con modalità che stimolino la produzione di applicazioni utili per la collettività. E questa non è una realtà futuribile. Già oggi la Toyota, attraverso il riconoscimento della morfologia del proprietario, produce nuove forme di antifurto, l'IBM ha costruito una base di dati scientifica, denominata Watson, in grado di prendere dalla rete ogni dato relativo alla patologia clinica di interesse del medico, per incrociarla e supportarlo nel proporre diagnosi e terapie. E se 'Minority Report' qualche anno fa era considerato solo un film di fantascienza, oggi le elaborazioni di dati sull'incidenza dei crimini nelle città orientano, ad esempio, il mercato dell'immobiliare e possono essere utilizzati per costruire algoritmi sul controllo della sicurezza dai crimini. "Ultimo tema sul quale concentrarci, è ancora una volta la competenza - ha concluso Surico - Se il 'data scientist' sembra essere il mestiere più sexy del futuro, occorre oggi concentrarci su skill professionali costruite sull'interdisciplinarietà, con competenze tratte dalla filosofia,  dalla comunicazione, dallo studio dei comportamenti sociali che devono incrociare competenze tecniche e analitiche, informatiche, fisiche e ingegneristiche. Questa potrebbe essere la risposta alla crisi di occupazione che coinvolge i nostri giovani".

Dopo l'introduzione, l'intervento dell'assessore allo Sviluppo Economico, Loredana Capone, ha illustrato la strategia politica che si intende portare avanti in Puglia. "La Regione Puglia tiene il passo alle sfide del futuro con persone competenti e preparate come quelle di InnovaPuglia - ha affermato la Capone - con cui è stato possibile lavorare e farlo insieme al territorio, per produrre nuovi beni e servizi co-progettati per soddisfare i bisogni reali dei cittadini, come nel caso dei living lab,  nella consapevolezza di dover raggiungere obiettivi integrati con strumenti funzionali agli obiettivi".

"Abbiamo lavorato su tre assi portanti - ha continuato l'assessore - le imprese, i cittadini che sono le fondamenta dello sviluppo e la formazione. Tanto lavoro c'è ancora da fare ed è per noi una sfida. Bisogna investire sull'elaborazione dei contenuti che devono viaggiare sull'autostrada della banda larga. Bisogna pensare a nuovi investimenti per le aziende e preparare i giovani al migliore utilizzo dei social. Occorre ragionare su come complementare il percorso, conoscere meglio le buone prassi e rappresentare il territorio. Biaogna infine investire sulle alleanze strategiche, con le associazioni di categorie, i sindacati e i rappresentanti dei fabbisogni dei cittadini per il benessere e la qualità della vita delle persone, costruendo città inclusive, in ottemperanza all'art 3 della nostra carta costituzionale che ci parla di uguaglianza e pari dignità sociale, ma anche dell'obbligo della cosa pubblica di rimuovere gli ostacoli di ordine economico che impediscono il pieno sviluppo della persona umana".

Il panel sui big data è poi proseguito con l'intervento di Beatrice Covassi, della Commissione Europea, che ha esposto le linee guida sui Big data dell'Unione Europea per delineare lo sviluppo di una florida economia basata sui dati. La strategia si basa principalmente su due linee di azioni: la costruzione di una comunità scientifica sul tema e lo stimolo di una classe imprenditoriale innovativa basata sull'economia dei dati. Facilitatore del processo è stata la costruzione di un partenariato tra Commissione europea e oltre 100 tra imprese, fornitori, utenti e analisti di dati, accademie e organizzazioni di ricerca. A disposizione di un tale partenariato la UE ha intenzione di mettere 500 milioni di euro, che costituiranno un volume sufficiente di investimenti, insieme a una rete europea di supercomputer. Dopo di che, i problemi sono la definizione degli standard e di un quadro di riferimento normativo certo su privacy,  sicurezza e libera circolazione dei dati. "Il Piano regionale pugliese sugli open data è un ottimo inizio e va nella direzione delineata dalla Commissione - ha concluso la Covassi - così come il portale dei dati aperti della Regione Puglia che è già pronto a interoperare con il futuro Portale federato paneuropeo degli open data, in una logica tipica dei 'going local': pensare globale e agire locale".

Roberto Bellotti, in rappresentanza del Dipartimento di Fisica e dell'INFN, ha raccontato poi l'esperienza di RECAS una infrastruttura con grande potenzialità di calcolo che già oggi offre alla comunità scientifica servizi ad alto valore aggiunto e che, grazie alla sinergia con le pubbliche amministrazioni potrebbe fare la differenza nell'utilizzo dei big data. Ma ha anche raccontato degli oltre 50 specialisti, tra laureati e dottori di ricerca, formati in questo settore, che sono un patrimonio per la nostra regione da non disperdere.

È stata poi la volta di Domenico Favuzzi, presidente di Confindustria Puglia, che ha sottolineato come in particolare le imprese digitali siano alla ricerca di personale con queste skill e spesso non riescono a reperirle sul territorio. È quindi necessario rafforzare il partenariato, diffondere le conoscenze, perchè i Big data sono un salto nella quantità e qualità solo se siamo in grado di trasformarli in informazioni utilizzabili e così le loro potenzialità potranno produrre effetti in moltissimi settori, da quelli più tradizionali, come l'agricoltura, ai servizi sanitari, ma anche al marketing e al settore bancario, per il loro utilizzo nella capacità di profilare i clienti e utilizzare algoritmi predittivi.

Infine ha concluso Pino Bruno, giornalista RAI e oggi direttore della rivista scientifica Tom's Hardware, che ha mostrato la sua Carta di identità elettronica, in grado di permettergli di muoversi liberamente in Europa, in questi giorni di chiusura delle frontiere di fronte al problema dei rifugiati. "Ebbene, l'Italia è l'unico paese che non l'ha resa disponibile per tutti - ha affermato Bruno - Questo è solo un segnale di tutto quello che c'è ancora da fare. La RAI, servizio pubblico per il quale i cittadini pagano un canone, non si vede oltre frontiera, ad esempio". Ad avviso di Bruno però il tema è complesso e impone problemi etici rilevanti e non ancora risolti. "Se con l'analisi delle grande quantità di dati provbenienti dai sensori dei vigneti di Cavit si migliora la vendemmia e quindi la produzione, non siamo ancora in grado di prevedere tutti gli effetti  degli algoritmi predittivi. In USA i cosiddetti sexual offender sono tenuti a distanza dalle scuole in una sorta di gogna digitale, ma siamo certi che i dati sulla nostra salute, che forniamo spontaneamente attraverso Facebook o attraverso i nostri cellulari non saranno utilizzati, per esempio, dalle compagnie per aumentare i costi delle assicurazioni o negarle del tutto? L'internet delle cose ci offre già oggi utili strumenti di domotica, ma dovremmo ragionare anche sulle forme di garanzia da ricercare per impedire un tracciamento capillare della nostra vita".

Valenzano, 19 settembre 2015

 

 


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