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NOI ITALIA 2014

C'è un intero capitolo dedicato alla ricerca, nel volume appena pubblicato dall'ISTAT, disponibile per la consultazione interattiva su http://noi-italia.istat.it.

 

È giunto alla sesta edizione, "Noi Italia. 100 statistiche per capire il Paese in cui viviamo" la pubblicazione dell'ISTAT che offre una fotografia degli aspetti economici, sociali, demografici e ambientali del nostro Paese, della sua collocazione nel contesto europeo e delle differenze regionali che lo caratterizzano. Gli indicatori, che spaziano dall'economia alla cultura, al mercato del lavoro, alle condizioni economiche delle famiglie, alla finanza pubblica, all'ambiente, alle tecnologie e all'innovazione, sono raccolti in 19 settori per un totale di 120 schede. Noi Italia può essere consultata anche nelle versioni e-book, App per smartphone, nonché nella tradizionale versione cartacea, da richiedere a pagamento direttamente all'ISTAT.

L'attività di ricerca e l'accesso alle tecnologie dell'informazione sono riconosciuti come motori fondamentali dell'economia della conoscenza e assumono un ruolo basilare nelle strategie di sviluppo europee. Gli indicatori che misurano questi fenomeni riguardano l'input e l'output delle attività innovative e contribuiscono a migliorare la comprensione del livello di progresso di un paese. Perciò nel capitolo dedicato al quadro sulla ricerca e sull'innovazione in Italia, è analizzata la spesa per ricerca e sviluppo, l'insieme dei brevetti, le imprese che hanno accesso alla banda larga, gli addetti del settore, le imprese innovatrici, i laureati in discipline tecnico-scientifiche, gli utenti di Internet e infine le famiglie che hanno accesso alla banda larga. 

Alcuni dati sulla ricerca e l'innovazione.

Nel nostro Paese la spesa per ricerca e sviluppo incide per l'1,25 per cento del Pil (2011), al di sotto di quello dei paesi europei più avanzati, ma non lontano dall'obiettivo Europa 2020 fissato per l'Italia, pari a 1,53 per cento. Sono state presentate all'Epo (European patent office) oltre 3.600 richieste di brevetto e l'indice di intensità brevettuale, in costante crescita dal 2001, nel 2009 mostra una riduzione, attestandosi a 72,4 brevetti per milione di abitanti e collocandosi ampiamente al di sotto della media europea. La quota di imprese italiane con almeno 10 addetti che si connette a Internet tramite la banda larga è pari a 91,6 per cento (2012), valore superiore alla media Ue27 (90,0 per cento), anche se l'Italia risulta ancora distante dai paesi europei più virtuosi. Gli addetti alla ricerca e sviluppo sono 3,8 ogni mille abitanti (2011), al di sotto della media europea (5,1) e con forti disparità territoriali. Nel triennio 2008-2010, rispetto a quello precedente, la quota di imprese innovatrici registra nel complesso una modesta riduzione (da 32,0 a 31,5 per cento), ma in ambito europeo, l'Italia si colloca al di sopra del valore medio dell'Unione. L'industria si conferma il settore più innovativo, con il 43,1 per cento di imprese innovatrici contro il 24,5 per cento dei servizi e il 15,9 per cento delle costruzioni. Nel 2011 il numero di laureati in discipline tecnico-scientifiche è pari a 12,9 ogni mille residenti tra i 20 e i 29 anni. Rispetto al 2000, il valore dell'indicatore è più che raddoppiato, sia per gli uomini sia per le donne. Nel 2013 il 54,8 per cento della popolazione italiana di 6 anni e più utilizza Internet e tra questi il 33,5 per cento lo fa quotidianamente. La posizione nazionale è decisamente inferiore alla media Ue27 (70 per cento). La quota di famiglie italiane che si connette a Internet tramite la banda larga è pari al 59,7 per cento, con 45,3 punti percentuali in più rispetto al 2006, ma a livello territoriale il Mezzogiorno, e in particolare la Calabria (51,1 per cento), si trova in posizione svantaggiata.

La gran parte della spesa per ricerca e sviluppo è concentrata nel Nord del Paese (il 61 per cento della spesa totale). In rapporto ai Pil regionali, le performance migliori sono quelle della provincia autonoma di Trento (1,93 per cento), del Piemonte (1,87 per cento) e del Lazio (1,69 per cento) in cui è dominante la quota di spesa investita dal settore pubblico e dalle università. Rispetto all'intensità sul Pil della spesa del settore privato in R&S (escludendo l'attività del settore non profit), Piemonte (1,47 per cento), Emilia-Romagna (0,95 per cento) e Lombardia (0,92 per cento) si collocano ai primi 3 posti. Al Sud invece sono le imprese campane (0,48 per cento del Pil) ad investire maggiormente in attività di R&S. Le imprese calabre, al contrario, sono quelle che investono meno rispetto al Pil prodotto (0,02 per cento).

Imprese innovatrici con almeno 10 addetti per regione Anni 2008-2010 (valori percentuali)

A fronte di una spesa totale per ricerca e sviluppo nel 2011 in Italia in percentuale pari a 1,25, la Puglia si attesta allo 0,73 del PIL, viene subito dopo la Campania (1,2),  la Sicilia (0,82) e la Sardegna (0,77), prima di Bolzano (0,63), Basilicata (0,59), Valle d'Aosta (0,57) Calabria (0,45) e fanalino di coda Molise 0,42.

All'indirizzo http://noi-italia.istat.it tutti gli indicatori si possono consultare attraverso visualizzazioni interattive per settori e per singole schede, tabelle e grafici sono scaricabili su foglio elettronico, e sono possibili approfondimenti tramite i link presenti in ogni pagina.

Scarica il Rapporto (file 12 Mb)

Valenzano 24 marzo 2014

 


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