I dati pubblicati oggi dalla Commissione Europea confermano che sono stati fatti progressi e oggi internet raggiunge praticamente tutti i cittadini europei, ma bisogna ancora lavorare per beneficiare pienamente dei principali vantaggi della rivoluzione digitale. "Mi rallegro che oggi internet sia disponibile praticamente in tutta l'UE nella sua configurazione di base, ma non possiamo permetterci di restare indietro. Dai dati odierni emerge con chiarezza che il problema principale di quest'anno è stata la mancanza di investimenti nelle reti ultraveloci." Ha dichiarato Neelie Kroes, Vice-Presidente della Commissione Europea e responsabile per l'Agenda Digitale.

La valutazione ci parla di cittadini europei che dispongono ormai di reti e servizi digitali di base e la banda larga di base è presente praticamente ovunque in Europa, anche grazie alle connessioni via satellite migliorate che contribuiscono a collegare il 4,5% della popolazione. Il dato in Italia è del 98,4%, superiore alla media europea del 95,5%. La banda larga veloce, velocità superiore a 30 Mb/s, invece raggiunge il 54% dei cittadini dell'Unione mentre il 36% dei cittadini dell'Unione si connette a internet con un dispositivo mobile e, nel giro di un solo anno, è triplicata la copertura della telefonia mobile di quarta generazione (LTE) che è passata al 26%. La tecnologia più diffusa in Italia per l'accesso a banda larga è la DSL (96,3% degli abbonamenti contro il 73,8% della Ue). Nello stesso periodo, la quota di connessioni ad alta velocità (almeno 30 Mbps) era significativamente più bassa della media (0,1% da 14,8% nella Ue), le connessioni ultra-veloci (almeno 100 Mbps) erano anche marginali. Per quanto riguarda internet mobile, nel 2012 la banda larga di terza generazione (Hspa) era disponibile per il 96,5% della popolazione contro una media Ue del 96,3%, mentre non era ancora accessibile la tecnologia LTE, i cui impianti sono entrati in funzioni a partire da gennaio 2013. E sempre lo scorso gennaio, la quota di abbonati a connessioni internet mobili rispetto al totale della popolazione era del 14,3% in Italia, contro il 9% della media europea.

Sempre più persone utilizzano internet, solo il  22% di cittadini europei non hanno mai usato la rete, e il 70% lo usa regolarmente almeno una volta la settimana (+3%), il dato italiano è invece solo al 53%. Nel 2012 i prezzi del roaming in Europa sono scesi, soprattutto dopo l'adozione del regolamento sul roaming; il commercio elettronico è in costante crescita, il 45% dei cittadini europei usa internet per comprare beni e servizi(+2%) a fronte di un dato che parla di solo il 17% degli italiani. La maggior parte delle imprese europee(87%) usa i servizi dell'amministrazione in linea, la quota per i cittadini scende al 44% (+3% per entrambi). Qui l'Italia registra il dato peggiore,  nell'eGovernment i cittadini che hanno usato servizi online della PA  sono solo il 19%), in calo di tre punti percentuali rispetto al 2011. Gli investimenti pubblici in R&S nel settore delle TIC sono aumentati dell'1,8%, ossia di 122 milioni di euro, per arrivare a 6,9 miliardi di euro e sono aumentati anche gli investimenti privati nelle TIC, ma una crescita del 2,7% non è bastata a recuperare il calo dello scorso anno.

Passando invece agli aspetti problematici, solo il 2% delle famiglie è abbonato alla banda larga ultraveloce (sopra i 100 Mb/s), ben al di sotto dell'obiettivo del 50% entro il 2020, e la metà dei cittadini possiede competenze digitali scarse o inesistenti. Il dato è confermato anche dalla difficoltà delle imprese che assumono o cercano di assumere specialisti informatici (40%) perciò il numero di posti vacanti per specialisti nelle TIC continuerà a crescere per raggiungere ben 900 000 posti entro il 2015.

In queste condizioni e permanendo ancora ostacoli da rimuovere, la Commissione Europea si è detta favorevole a  creare un contesto normativo e imprenditoriale utile alla concorrenza e agli investimenti sui mercati della tecnologia digitale in Europa e a utilizzare la Grande coalizione per l'occupazione nel digitale, creata recentemente, una tra le importanti proposte presentate. 

Finora la Commissione ha portato a termine 55 azioni previste dall'Agenda digitale, mentre 10 di esse sono o rischiano di essere in ritardo. Si prevede che le altre 36 azioni, di cui sono responsabili rispettivamente la Commissione o gli Stati membri, saranno completate entro i termini.

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Lo scorso 10 giugno invece, è stato pubblicato lo stato dell'e-government nel nostro paese, come misurato nel eGovernment Benchmark Report 2012. La misura viene effettuata in parte attraverso una valutazione on-line di siti di autorità pubbliche che forniscono una gamma di servizi per le persone in tre diverse situazioni di vita (perdita del lavoro, avviamento di un business, iscrizione all'università). La  valutazione ha riguardato la disponibilità e la facilità di utilizzo. Un'altra parte della misurazione è data da un sondaggio eseguito su un campione di 1000 utenti internet, per ogni paese, al quale è stato chiesto della loro esperienza con i servizi pubblici on-line, la loro aspettativa e la loro soddisfazione. (i.cam)

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Valenzano, 12 giugno 2013