Sono state più di 600, di cui la metà provenienti da singoli cittadini (49,67%), le risposte pervenute al questionario on line attraverso il quale la Commissione Europea ha coinvolto associazioni e gruppi vari provenienti dall'ambiente accademico e della società civile, ma anche operatori del settore per chiedere pareri e definire le future politiche capaci di promuovere uno sviluppo dinamico dell'Internet delle cose nel mercato unico digitale, garantendo nel contempo un'adeguata protezione ai cittadini europei.

In estrema sintesi le conclusioni della consultazione pubblica, svolta tra aprile e luglio 2012, esprimono una divaricazione delle opinioni. Gran parte dell'industria mette in discussione la legittimità dell'intervento pubblico in materia di IOT, considerandolo un mercato ancora troppo immaturo, dove alzare barriere agli investimenti e all'innovazione potrebbe avere un effetto fatale. Fondamentalmente si ritiene sufficiente il quadro giuridico esistente in tema di protezione dei dati e concorrenza, così come di sicurezza e tutela ambientale, e in grado di offrire un'adeguata protezione dell'utente finale. Differentemente i singoli cittadini e le loro associazioni affermano che le considerazioni economiche dovrebbero essere secondarie rispetto a diritti fondamentali come la privacy, la sicurezza e altre questioni etiche sono in gioco e sottolineano il rischio che il mercato dell'internet delle cose  non si sviluppi in modo competitivo e che i consumatori possono rimanere ostaggi di tecnologie e / o operatori del settore.

Insieme ai risultati della consultazione pubblica, la Commissione ha pubblicato anche  quelli del lavoro del gruppo di esperti sulla IOT e ha dochiarato che intende  sviluppare iniziative politiche future sulla base di questi documenti e con l'ulteriore supporto del CONNECT Advisory Forum for ICT Research and Innovation (CAF). (i.cam)

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Valenzano, 1 marzo 2013