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UN NUOVO PATTO DI PROTEZIONE DEI DATI PERSONALI PER L'EUROPA

La protezione dei dati personali è un diritto fondamentale dei cittadini europei, e l'Europa possiede già il livello di protezione più alto nel mondo, ma con una nuova riforma l'Unione ambisce a trasformare queste regole in uno standard internazionale.

"Sulla protezione dei dati personali è ora necessario maggior rigore: il Parlamento europeo lo ha capito e, infatti, la commissione LIBE ha votato in ottobre a favore di un regolamento forte che prevede sanzioni credibili per assicurare il rispetto delle norme europee". Così la Vicepresidente Viviane Reding, Commissaria UE per la Giustizia, ha esortato a stabilire un "Patto di protezione dei dati personali per l'Europa", ieri 28 gennaio, nella giornata della protezione dei dati personali 2014.

Notevoli progressi sono stati compiuti nei due anni trascorsi da quando la Commissione europea ha proposto una riforma radicale delle norme dell'UE sulla protezione dei dati e, come affermato dalla vicepresidente,  nell'ottobre 2013 la commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni (LIBE) del Parlamento europeo, competente per il merito, ha votato a larga maggioranza a favore delle proposte di riforma della Commissione. Il 25 gennaio 2012 la Commissione europea ha proposto una riforma globale della normativa UE del 1995 in materia di protezione dei dati, nell'intento di rafforzare i diritti della privacy on line e stimolare l'economia digitale europea.

"La settimana scorsa le tre istituzioni (Commissione europea, i due relatori del Parlamento europeo e la presidenza greca dell'UE insieme alla prossima presidenza italiana ndr) hanno concordato ad Atene una tabella di marcia che dovrebbe permettere l'adozione della riforma sulla protezione dei dati personali entro quest'anno - ha continuato la Reding - se si tiene conto del fatto che i negoziati sulla direttiva del 1995 erano durati cinque anni, si tratta indubbiamente di un successo".

Secondo la Vicepresidente, la soluzione giusta per ristabilire la fiducia, nelle relazioni transatlantiche così come nel modo in cui imprese e governi gestiscono i dati dei cittadini, consiste in un Patto di protezione dei dati personali per l'Europa, basato su otto principi: deve essere integrata nella legge; non dovrebbe operare distinzioni fra settore privato e settore pubblico; occorre sottoporre a discussione pubblica le leggi, perché sono in gioco le libertà civili; i dati dovrebbero essere raccolti in modo mirato, la sorveglianza totale e indiscriminata dei dati delle comunicazioni elettroniche è inaccettabile; le leggi devono essere chiare e sempre aggiornate; la sicurezza nazionale dovrebbe essere l'eccezione, non la regola; il controllo dell'esecutivo è utile, il controllo del parlamento è necessario, il controllo della magistratura è fondamentale; dovrebbero applicarsi quale che sia la cittadinanza dell'interessato.

"I dati sono la moneta dell'era digitale - ha concluso la commissaria - tutte le imprese ne fanno uso: dalle assicurazioni alle banche passando per i siti dei media sociali e i motori di ricerca. In un mondo globalizzato, il trasferimento di dati a paesi terzi è diventato un fattore importante della vita quotidiana. Non esistono frontiere nel web e il cloud computing è per l'appunto la tecnologia che permette di inviare dati da Berlino per trattarli a Boston e conservarli a Bangalore".

L'economia digitale, però, ha bisogno di fiducia per prosperare, ma le rivelazioni pressoché quotidiane di attività di sorveglianza sulla stampa incutono in molti diffidenza a comunicare i propri dati personali. Il 92% dei cittadini europei si preoccupa del fatto che le applicazioni mobili raccolgano dati che li riguardano senza il loro consenso e l'89% afferma di voler essere informato quando i dati inseriti sul proprio smartphone vengono condivisi con terzi. Con norme forti, affidabili e applicate con sistematicità il trattamento dei dati potrà diventare più sicuro, più economico e maggiormente degno della fiducia dei cittadini. A sua volta, la fiducia potrà alimentare la crescita: secondo alcune stime, il prodotto interno lordo dell'UE potrà aumentare di un ulteriore 4% da qui al 2020 se l'Unione adotterà le iniziative necessarie per creare un mercato unico digitale moderno.

Scarica la proposta di riforma della UE (testo in inglese)

Valenzano, 29 gennaio 2014

 


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