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ITALIA ANCORA INDIETRO PER IL DIGITALE

La Commissione europea intende intensificare gli sforzi per sbloccare il potenziale dell'Europa

 

Gli Stati UE hanno compiuto progressi sulla connettività, le competenze digitali e i servizi pubblici: è questa la conclusione della Commissione europea alla pubblicazione dei risultati dell'edizione 2016 dell'indice di digitalizzazione dell'economia e della società (DESI).

Soddisfatti dunque? No affatto. se il varo della Strategia per il mercato unico digitale ha prodotto risultati, i progressi compiuti denotano anche il rallentamento del ritmo a cui avvengono. Per questo la Commisssione ritiene che occorra intervenire sia a livello di UE che nei singoli paesi per eliminare gli ostacoli che impediscono agli Stati membri di trarre pieno vantaggio dalle opportunità digitali.

I progressi ci sono ma sono lenti: l'Unione europea nel suo complesso ha un punteggio di 0,52 su 1, un miglioramento rispetto allo 0,5 dell'anno scorso. Tutti i paesi dell'UE, tranne la Svezia, hanno migliorato il loro punteggio.

  • La Danimarca, i Paesi Bassi, la Svezia e la Finlandia rimangono in testa alla classifica del DESI.
  • I Paesi Bassi, l'Estonia, la Germania, Malta, l'Austria e il Portogallo sono i paesi che crescono più in fretta e stanno distanziando gli altri.
  • L'Italia fa pochi progressi nella maggior parte degli indicatori.

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Nella tabella precedente l'Italia ha un punteggio complessivo di 0,4 e si classifica 25° su 28 Stati membri dell'UE. Tra i pochi progressi dell'anno scorso, è un incremento del commercio elettronico nel fatturato delle PMI (8,2% del totale). La copertura NGA (nuove reti ad alta velocità) è passata dal 36% delle famiglie nel 2014 al 44% nel 2015, ma l'adozione di connessioni a banda larga veloci è solo il 5,4% del totale (che è limitato al 53% delle famiglie). La causa principale è ritenuta essere la mancanza di competenze informatiche di base. Infatti, il 37% della popolazione non utilizza regolarmente Internet. Italia ha invece punteggi vicini alla media UE nei servizi pubblici digitali. Tuttavia l'Italia fa parte del gruppo di paesi in recupero, perché, anche se esibisce indicatori ancora peggiori della media UE, si è sviluppata rapidamente nel corso dell'ultimo anno avvicinandosi ai target UE. La Commisssione si augura che il Piano del Governo e i progetti dell'Agenda digitale italiano sortiscano effetti nel prossimo futuro.

 

Per la prima volta la Commissione ha raffrontato l'UE con alcuni paesi in testa alla classifica della digitalizzazione (Giappone, Stati Uniti e Corea del Sud) e le conclusioni sono che La strada per arrivare in cima alla classifica mondiale è ancora lunga: . Il testo integrale della relazione su un nuovo indice delle performance digitali sarà disponibile a metà marzo 2016, ma i risultati preliminari indicano già che i paesi ai primi posti nella graduatoria dell'UE sono anche fra i più digitalizzati al mondo. Ma l'UE nel suo complesso ha ancora molta strada da fare prima di diventare un leader mondiale.

  • La connettività è migliorata ma rimane insufficiente a lungo termine:il 71% delle famiglie europee ha accesso alla banda larga ad alta velocità (almeno 30 Mbit/sec) rispetto al 62% dell'anno scorso. L'UE è sulla buona strada per realizzare la copertura totale entro il 2020. Il numero di abbonati alla banda larga mobile è in rapido aumento: da 64 abbonamenti per 100 abitanti nel 2014 ai 75 attuali. L'UE deve essere pronta a soddisfare la domanda futura e a realizzare la prossima generazione di reti di comunicazione (5G). Per questo motivo entro la fine dell'anno la Commissione presenterà una revisione delle norme UE in materia di telecomunicazioni, per affrontare le sfide tecnologiche e del mercato.
  • Migliorare le competenze digitali: nonostante sia lievemente aumentato nell'UE il numero di laureati in discipline scientifiche e tecnologiche e in matematica, quasi la metà degli europei (il 45%) non possiede competenze digitali di base (uso della posta elettronica, strumenti di editing o installazione di nuovi dispositivi). La Commissione affronterà la questione delle competenze digitali e della formazione entro la fine dell'anno nell'ambito dell'agenda europea per le competenze, che sarà varata prossimamente.
  • Il commercio elettronico, un'occasione mancata per le piccole imprese: il 65% degli internauti europei effettua acquisti online, ma solo il 16% delle PMI vende sulla rete e meno della metà di queste ultime (il 7,5%) lo fa anche oltre frontiera. Per affrontare questo problema, a dicembre la Commissione ha presentato proposte sui contratti digitali (comunicato stampa) per tutelare meglio i consumatori che fanno acquisti online e aiutare le imprese a espandere le loro vendite sulla rete. La Commissione intende presentare a maggio un pacchetto legislativo per stimolare ulteriormente il commercio elettronico. Il pacchetto conterrà misure per risolvere la questione dei geoblocchi ingiustificati, rafforzare la trasparenza dei mercati delle spedizioni transfrontaliere e migliorare l'applicazione delle norme UE di tutela dei consumatori a livello transfrontaliero.
  • Più servizi pubblici online, ma sottoutilizzati:gli indicatori mostrano che le amministrazioni pubbliche forniscono una gamma più ampia di servizi online (consentendo ai cittadini di utilizzare Internet per dichiarare un nuovo indirizzo di residenza, la nascita di un bambino e altri eventi importanti). Tuttavia il numero di utenti che interagiscono online con le amministrazioni pubbliche rimane stazionario (32%).

Scarica Summary del Rapporto Italia

Per ulteriori approfondimenti sui valori dell'Italia vai a https://ec.europa.eu/digital-agenda/en/scoreboard/italy

Valenzano, 25 febbraio 2016

 


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