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WORKSHOP AGCOM SU BUL

 

In Italia i nuovi investimenti in reti a banda ultralarga comporteranno un aumento del PIL compreso fra uno e due punti percentuali nel giro di una decina di anni.

 

Uno o due punti percentuali di aumento in dieci anni potrebbe essere il risultato degli investimenti in reti a banda ultralarga. È questo in sintesi il risultato di uno studio realizzato dall'Università La Sapienza in collaborazione con Agcom (Progetto Screen-Agcom) "Assessing the sectorial effects of ICT investments: the case of broadband networks" presentato ieri dall'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni nell'ambito del workshop "Gli investimenti in banda (ultra) larga: determinanti e crescita economica". 

Al workshop è stato presentato anche un altro studio "Le determinanti degli investimenti privati in infrastrutture di telecomunicazione" realizzato dal Servizio Economico Statistico dell'Autorità che analizza in particolar modo il segmento dell'unbundling della rete in rame di Telecom Italia. 

Secondo i dati Agcom, l'occupazione e il reddito non sono determinanti nella sottoscrizione di un abbonamento a banda larga, più importante la determinante del prezzo ed è invece fondamentale la densità di linee e il numero di famiglie potenzialmente coperte.

A detta di Maurizio Franzini, Professore Ordinario di Politica Economica della Sapienza e coordinatore della ricerca del progetto Screen-Agcom, l'obiettivo dello studio sulle reti a banda ultralarga è stimare gli effetti degli investimenti in nuove reti ultrabroadband su produzione, occupazione e prezzi da qui al 2025. "I modelli che abbiamo realizzato sono basati su ipotesi di investimento in nuove reti variabili (5, 8 e 12 miliardi di euro). Ipotizzando un investimento di 8 miliardi, si avrebbe un incremento del 20% delle attuali infrastrutture di rete" afferma Franzini.

Infine secondo il report con un investimento di 5-10 miliardi, l'incremento del PIL è più del doppio e i settori che avrebbero maggiori vantaggi sono quello dell'intermediazione finanziaria, attività di business come real estate, trasporti e comunicazioni, un po' meno l'education. Gli effetti sull'occupazione rischiano invece, in alcuni settori, di essere addirittura negativi, con un calo dei prezzi.

Per approfondimenti: 

Assessing the sectorial effects of ICT investments: the case of broadband networks

Le determinanti degli investimenti privati in infrastrutture di telecomunicazione

Valenzano, 28 giugno 2016

 


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