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IL NUOVO CODICE DEGLI APPALTI

 

Giovedì scorso, in via preliminare, il Consiglio dei Ministri ha approvato,  il decreto legislativo di attuazione delle direttive 2014/23/UE, 2014/24/UE e 2014/25/UE del Parlamento europeo e del Consiglio del 26 febbraio 2014, sull'aggiudicazione dei contratti di concessione, sugli appalti pubblici e sulle procedure d'appalto degli enti erogatori nei settori speciali dell'acqua, dell'energia, dei trasporti e dei servizi postali, nonché sul riordino della disciplina vigente in materia di contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture.

Come previsto dalla legge delega del 28 gennaio 2016, n. 11, approvata dalle Camere il 14 gennaio 2016, il Governo  ha così recepito in un unico decreto le direttive appalti pubblici e concessioni e riordinato la disciplina vigente in materia di contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture e contratti di concessione (D.Lgs. n. 163/2016) e dal Regolamento di attuazione (D.P.R. n. 207/2010).

Dopo i vari passaggi al Consiglio di Stato, alla Conferenza Unificata Stato Regioni e alle Commissioni competenti di Camera e Senato, il provvedimento tornerà a Palazzo Chigi per la definitiva approvazione che dovrebbe avvenire entro il 18 aprile e la successiva pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale.

Come dichiara lo stesso governo in un suo comunicato stampa, il nuovo Codice degli appalti pubblici e dei contratti di concessione contiene criteri di "semplificazione, snellimento, riduzione delle norme in materia, rispetto del divieto di gold plating". Come definita nel Glossario della Commissione Europea, il gold-plating è "la trasposizione della normativa comunitaria che va oltre quanto richiesto da quella stessa normativa, pur rimanendo nei limiti della legalità",  In parole povere, l?'imposizione di requisiti nazionali supplementari rispetto a quelli imposti dalla normativa europea.

Veniamo all'analisi per punti, secondo quanto dichiara il governo.

Semplificazione: si passa dunque dal vecchio Codice con 660 articoli e 1.500 commi ai 217 articoli del nuovo codice. Altra novità la normativa non prevede, come in passato, un regolamento di esecuzione e di attuazione, ma saranno le linee guida di carattere generale, da approvare con decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti su proposta dell'Autorità nazionale anticorruzione (ANAC) e previo parere delle competenti commissioni parlamentari, ad assicurare la trasparenza, l'omogeneità e la speditezza delle procedure e fornire criteri unitari.  Sembra che, sempre entro il 18 aprile, dovrebbero essere pronte anche le linee guida, in modo da poter mandare in pensione l'attuale Codice dei contratti ed il Regolamento di attuazione entro la fine del mese di aprile.

Qualità: il  nuovo sistema è incentrato sulla qualità, qualità del progetto esecutivo a gara, qualità delle stazioni appaltanti, qualità degli operatori economici, qualità delle gare.  Prevale infatti l'offerta economicamente più vantaggiosa rispetto all'offerta al massimo ribasso. Obiettivo è fornire certezza dei tempi e delle risorse e limitare le varianti in corso d'opera.

Governance: altro elemanto innovativo la governance è ideata per garantire più legalità e meno corruzione e prevede il rafforzamento dell'ANAC nel  sostegno alla legalità, la definizione del il ruolo del  Consiglio Superiore del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti (MIT) e l'istituzione della Cabina di regìa presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, quale organo di coordinamento e monitoraggio.

Superamento della Legge Obiettivo: con l'eliminazione del ricorso a procedure straordinarie, si riconduce la pianificazione e la programmazione delle infrastrutture e degli insediamenti prioritari allo sviluppo del Paese, agli strumenti ordinari quali il Piano generale dei trasporti e della logistica triennale e il Documento pluriennale di pianificazione.

Ammodernamento: tra gli altri elementi innovativi è previsto il graduale passaggio a procedure interamente gestite in maniera digitale, con conseguente riduzione degli oneri amministrativi.

Il Codice è articolato per processi, di facile consultazione, articolato in sequenza dal momento in cui si decide una procedura di affidamento a quello finale dell'esecuzione. Definisce le fasi fondamentali per la stazione appaltante e le modalità di affidamento, individuando i principi comuni a tutti  i tipi di affidamento: trasparenza, economicità, efficacia, correttezza, tempestività, libera concorrenza, non discriminazione, applicabilità dei contratti collettivi al personale impiegato nei lavori, servizi e forniture oggetto dei contratti, applicabilità della legge 241/1990, il RUP, le fasi delle procedure, i controlli sugli atti di affidamento e i criteri di sostenibilità energetica e ambientale. Infine, disciplina  le regole procedurali per ogni  tipologia contrattuale - appalto, concessioni, altre tipologie quali quelle in house, contraente generale, strumenti di partenariato pubblico-privato, ricomprendendo in quest'ultimo il project financing, strumenti di sussidiarietà orizzontale, il baratto amministrativo - e introduce un nuovo rito abbreviato nell'iter sul contenzioso

Scarica il testo approvato dal Cosiglio dei Ministri.

Valenzano, 7 marzo 2016

 


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