È quanto sostiene la Banca d'Italia che ieri pomeriggio ha presentato presso il Politecnico il rapporto annuale su "L'economia della Puglia".

Nel 2015 l'attività industriale è aumentata sospinta soprattutto dalla domanda interna (+3,8%), sostanzialmente in linea con la media nazionale, ma ha riguardato in particolare le imprese di maggiori dimensioni. Per il 2016 le imprese prevedono un'ulteriore crescita delle vendite, mentre gli investimenti dovrebbero mantenersi in linea con i valori registrati nel 2015.

Deboli le esportazioni, frenate dalla dinamica negativa del comparto siderurgico.

Solo il 30% degli addetti regionali del settore industriale è impiegato in comparti che presentano segnali di vitalità in termini di fatturato, esportazioni e valore aggiunto. Tra questi si evidenziano quelli della meccanica e dell'alimentare in provincia di Bari, dell'aerospaziale in quella di Brindisi e del calzaturiero in quella di Barletta.

In particolare i segnali di vitalità per grado di intensità tecnologica dimostrano una situazione non omogenea sul territorio, come si evince dalla tabella sottostante.

Nel settore delle costruzioni il valore della produzione è tornato a crescere, anche se a ritmi contenuti, interrompendo il calo registrato negli otto anni precedenti. Le compravendite sono cresciute e l'andamento dei prezzi ha interrotto la riduzione registrata nel triennio precedente. Le previsioni per il 2016 indicano un ulteriore incremento del valore della produzione.

Il valore aggiunto dei servizi è rimasto sui livelli dell'anno precedente, dopo il calo registrato nel 2014. Il commercio ha visto l'incremento delle vendite dei beni di consumo durevoli; il traffico merci e di passeggeri nei porti pugliesi è diminuito mentre il numero di viaggiatori negli aeroporti regionali è aumentato; il turismo ha registrato un incremento delle presenze, soprattutto tra gli stranieri.

Gli occupati sono tornati a crescere (tasso di disoccupazione 19,7%), registrando un incremento superiore alla media nazionale, ma l'aumento ha riguardato soprattutto le posizioni a tempo parziale, per individui con livelli di istruzione medi e bassi. 

Nel 2015 si è attenuato il calo dei finanziamenti del settore creditizio al settore produttivo, in particolare con riferimento alle imprese di maggiori dimensioni. Il credito alle famiglie è tornato a crescere. Nei primi mesi del 2016 si è rafforzata la crescita dei prestiti alle famiglie e quelli alle imprese, dopo circa 3 anni di flessione, sono tornati ad aumentare e gli indicatori di rischiosità del credito hanno registrato un miglioramento. 

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Valenzano, 17 giugno 2016