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46° RAPPORTO CENSIS

 

Giunto alla 46ª edizione, il Rapporto sulla situazione sociale del Paese - 2012, elaborato dal Censis, interpreta i più significativi fenomeni socio-economici in Italia. Nella ricerca di strategie di riposizionamento ci sono anche 'troppi incagli sulla via dell'e-government'.

 

È ancora troppo lenta la digitalizzazione della Pubblica Amministrazione in Italia. Questa è una delle conclusioni alle quali perviene il 46ª Rapporto sulla situazione sociale del Paese del Censis, il Centro Studi Investimenti Sociali, l'istituto di ricerca socio-economica fondato nel 1964.

I dati e l'analisi sono spiegati in particolare nel capitolo «Governo pubblico», penultimo della econda prata del rapporto, quella dove sono affrontati i temi di maggiore interesse emersi nel corso dell'anno.

Il tasso di penetrazione della banda larga su rete fissa è del 22,8% della popolazione, piazzando il nostro Paese al 29° posto nel mondo. Secondo il Web Index della World Wide Web Foundation, che misura i riflessi di Internet sull'economia e sulla vita politica e sociale di 61 Paesi sviluppati e in via di sviluppo, l'Italia si piazza al 23° posto, il penultimo in Europa. Dal punto di vista dell'indicatore di impatto economico (ottenuto ponderando i dati sulla diffusione via Internet delle informazioni utili per le attività imprenditoriali, il livello di sviluppo dell'e-commerce e il grado di fiducia dei consumatori e delle imprese rispetto agli acquisti online) ci fermiamo al 38° posto, più vicini ai Paesi in via di sviluppo che ai Paesi avanzati. Dobbiamo quindi migliorare la partecipazione digitale ai processi decisionali e la presenza online di strumenti che facilitino il rapporto con il cittadino.

In questo scenario si intravede una possibile via di sviluppo negli open data, il patrimonio sterminato di informazioni in formato digitale, in possesso degli enti pubblici, che può dare vita a una vera e propria rivoluzione nella produzione di beni e servizi innovativi. La Commissione europea ha stimato che il valore di mercato del riuso delle informazioni del settore pubblico è, per l'intera Ue, intorno ai 140 miliardi di euro all'anno.

L'Italia è sulla buona strada: a ottobre 2012 erano a disposizione 3.647 dataset, con una forte crescita rispetto ai 1.987 disponibili a marzo.

La Puglia si è incamminata sulla stessa strada e In ottemperanza a quanto predisposto dalla Legge regionale 24 luglio 2012, n. 20 - "Norme sul software libero, accessibilità di dati e documenti e hardware documentato"  pubblicata sul BURP n. 109 del 24 luglio 2012 (vedi nostra notizia ndr), la Regione Puglia ha approvato lo scorso 14 novembre una delibera con la quale si avvia il processo di diffusione degli  open data. È in fase di costruzione la piattaforma dei dati aperti  della Regione Puglia (www.dati.puglia.it), che sarà disponibile a breve e sarà referenziata al portale nazionale www.dati.gov.it InnovaPuglia supporterà l'intero processo e garantirà il coordinamento delle attività per  la confluenza dei dati di tutte le strutture regionali, come di tutti gli enti, agenzie e società, nel portale regionale dei dati aperti (vedi nostra notizia ndr).

Complessivamente le conclusioni del rapporto su questo tema sono che 'mentre si assiste alla sempre maggiore rilevanza strategica della rete, le amministrazioni pubbliche restano inerti e quello che sembra prevalere è un modello infruttuoso di opengovernement, una bacheca elettronica, non un reale sforzo verso la fornitura di servizi utili al cittadino e la possibilità di farlo interagire con le amministrazioni'. (i.cam)

Maggiori informazioni all'indirizzo http://www.censis.it/censis/xeditor/visual_edit/22

Valenzano, 8 dicembre 2012


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