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ANORC E LE ABITUDINI DIGITALI DELLA PA

ANORC e le abitudini digitali della pubblica amministrazione italiana - ricerca sugli obblighi di pubblicazione per la PA.

Il Codice dell'Amministrazione Digitale e l'avvento dell'ICT come strumento di partecipazione attiva del cittadino obbligano la Pubblica Amministrazione ad attivarsi per garantire il rispetto dei nuovi diritti e per procedere all'ammodernamento della sua struttura organizzativa, passaggio fondamentale per assicurare a tutti un reale accesso ai servizi.

In questo contesto si inquadra l'analisi condotta da ANORC (Associazione nazionale per Operatori e responsabili della Conservazione Digitale)  sui comuni capoluogo di provincia, le province, le regioni e i ministeri. La ricerca ha analizzato il sito web degli enti interessati per verificare la presenza dell'Albo on line, l'accessibilità ai documenti pubblicati e la rispondenza agli obblighi di legge e cioè l'utilizzo di formati idonei a rendere il documento autentico, conforme all'originale, inalterabile e conservabile affinché preservi la validità giuridica e probatoria.

L'analisi ha evidenziato la non omogeneità del processo di digitalizzazione negli enti pubblici e che ogni PA stabilisce in maniera autoreferenziale le proprie prassi di pubblicazione, magari spesso non rispettose della norma, o poco idonee al fine che si intende realizzare, creando una situazione di grande caos.

Il 96% dei comuni capoluogo di provincia ha una sezione sul proprio sito dedicata all'Albo on line e nell'83% dei casi analizzati l'accessibilità è buona (molto limitata e difficoltosa 8%, del tutto negata 9%). Nel caso di documenti nativi digitali la firma digitale è presente; nel caso di pubblicazione di copie informatiche di documenti analogici (ovvero nella maggioranza dei casi) la firma digitale è praticamente inutilizzata, nemmeno un decimo di quelli presi in considerazione (8%) .

Il 97% delle province hanno una sezione dedicata all'Albo on-line, ma Il 28% presenta un'accessibilità difficoltosa. Il 95% dei siti analizzati pubblica atti e documenti amministrativi senza l'apposizione di alcun certificato di firma che ne attesti la provenienza e l'autenticità, trasformando la pubblicità legale in semplice informazione.

Nei siti delle Regioni si rileva la diffusa assenza di una sezione denominata "Albo on Line" e la pubblicità legale è effettuata dal BUR (Bollettino Ufficiale Regionale), presente in home page nel 100% dei casi con facile accessibilità (nell'85% dei casi).  Anche in questo caso la nota dolente è la firma digitale, presente solo nel 30% dei documenti analizzati.

I Ministeri dimostrano una libera interpretazione della normativa, solo il 23% adotta un'apposita sezione dei siti sebbene il 77% riporta in home page delle sezioni che contengono la pubblicazione di Bandi, Concorsi e Documenti, ma non in uno spazio unico e chiaramente segnalato sotto l'etichetta "Albo", "Albo on-line" o "Pubblicità legale", come indicato dall'art.3 del Vademecum sulle modalità di pubblicazione dei documenti nell'albo on-line. L'accessibilità all'Albo on-line per i Ministeri non è garantita nel 31% dei casi e difficoltosa nel 46%. Al 92% dei casi in cui risulta utilizzato un formato idoneo, si contrappone il 92% di documenti presenti senza apposizione di firma digitale o elettronica qualificata.

Nel 90% dei casi sui siti istituzionali di Regioni, Province e Comuni Capoluogo non è pubblicato il nominativo del Responsabile del Procedimento di Pubblicazione (RPP). Infine, l'indirizzo di PEC sui siti web istituzionali è presente nella quasi totalità dei siti analizzati. Ancora una volta però il tallone di Achille è la fruibilità del dato, con un'alta percentuale di enti che pubblicano non un indirizzo univoco di PEC.

La conclusione a cui perviene la ricerca è che la modernizzazione serve a poco se rimane un'occasione per pochi e non si trasforma, invece, in un miglioramento condiviso a vantaggio soprattutto dei cittadini. (i.cam)

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Valenzano, 7 novembre 2012


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