L'ICT NEL 45° RAPPORTO CENSIS
Presentato ieri il 45° Rapporto Censis: i dati dell'ICT. |
Come ogni anno dal 1967, è stato presentato ieri a Roma il 45ª Rapporto Censis che interpreta i più significativi fenomeni socio-economici del Paese. Nelle considerazioni generali che introducono il rapporto, la società italiana è definita fragile, isolata, eterodiretta, ma viene affermato anche che "il passo lento del nostro sviluppo segue una solida traccia: valore dell'economia reale, lunga durata, relazionalità e rappresentanza." Nella seconda parte, "La società italiana al 2011", si parla di quel che resta del modello italiano, delle cause del ristagno economico e di come ridare forza al potenziale di crescita. Nella terza e quarta parte del rapporto si presentano le analisi per settori e in particolare in quello relativo a "Comunicazione e media" si rende conto dei mutamenti prodotti dall'uso di internet e dalla diffusione della banda larga.
"I ritardi della rivoluzione digitale" è intitolato il paragrafo che ci racconta di un'Italia ancora indietro rispetto a molti Paesi dell'Unione europea, sia per quel che riguarda la diffusione dell'accesso a Internet, sia per la qualità della connessione. Il nostro Paese, infatti si colloca al ventunesimo posto in entrambi i casi: per quanto riguarda l'accesso a Internet da casa, tra le famiglie che hanno almeno un componente tra i 16 e i 64 anni si raggiunge solo il 59%, rispetto alla media europea del 70%.
L'accesso mediante banda larga registra invece un tasso di penetrazione del 49% rispetto alla media europea del 61%. Sembrano ancora lontani gli obiettivi richiesti all'Italia dall'Agenda digitale, il programma di azione dell'Unione europea per lo sviluppo delle ICT e dell'economia digitale, e cioè portare entro il 2013 al 100% della popolazione la banda larga con connessioni superiori a 30 Mbps ed entro il 2020 al 50% della popolazione la banda ultralarga che si spinge fino a 100 Mbps. Invece, solo il 62,9% delle famiglie che hanno un accesso a Internet vi si collegano con l'Adsl e per la maggior parte sono residenti nel Centro Italia (64,7%) e nei Comuni di grandi dimensioni (68%), mentre per collegarsi a Internet il 15,8% delle famiglie meridionali utilizza ancora la linea telefonica tradizionale.
Per quanto riguarda la copertura, l'Adsl copre appena il 61% del territorio nazionale, ma tra le regioni che si trovano al di sopra di questa soglia troviamo la Puglia che, con il 62,6% di copertura, si affianca al Lazio (75,9%), alla Campania (72%), alla Liguria (69,5%) e alla Sicilia (61,9%). Le altre 15 regioni hanno una copertura inferiore al 60% a causa di carenze strutturali dovute ad apparati obsoleti o a mancanza di fibra ottica nelle centrali.
Per quanto riguarda l'uso dei servizi internet, il 37,9% degli utenti ha cercato almeno una volta nell'ultimo mese una strada o una località. Anche l'home banking sembra aver preso decisamente piede nel nostro Paese: lo svolgimento di operazioni bancarie via web compare al terzo posto tra le attività maggiormente svolte (22,5%), dopo la ricerca e l'ascolto di brani musicali (26,5%). Ancora di nicchia invece l'utilizzo della rete per le attività di una certa rilevanza pubblica, come sbrigare pratiche con uffici amministrativi (9,7%) o prenotare una visita medica (3,9%). I giovani si differenziano dagli altri in modo significativo, si connettono principalmente per ascoltare musica (52,5%), per trovare le strade (46,5%), per guardare film (34%). La ricerca di lavoro è la quarta attività, per ordine di rilevanza, che i giovani svolgono sul web e il dato sale al 41% per la ricerca di un lavoro tra i non occupati.
Il rapporto parla poi di superamento della marginalità informativa attraverso internet. Infatti, se la centralità dei telegiornali è ancora fuori discussione (l'80,9% degli italiani li utilizza come fonte principale), tra i giovani il 65,7% si informa attraverso i motori di ricerca su Internet. Per la popolazione complessiva, i motori di ricerca come Google si piazzano al 41,4% e i siti web d'informazione al 29,5%. Comunque risultano discriminanti l'età e il titolo di studio. Le app per smartphone o tablet, ultime arrivate del settore, arrivano al 7,3% di utenza.
Il quadro generale è comunque ancora troppo debole. La situazione complessiva del nostro Paese può essere riassunta in questo modo: ogni dieci italiani, ce n'è uno che non si informa, uno che accede solo a tg e gr, tre che hanno un ventaglio più ampio di fonti da cui sono escluse però quelle che hanno a che fare con Internet, infine cinque che usano più o meno tutte le fonti intrecciandole in vari modi. (i.cam)
Scarica l'intero capitolo "Comunicazione e media" del 45° Rapporto Censis
Ulteriori informazioni sul sito del Censis http://www.censis.it
Valenzano, 3 dicembre 2011
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