Pubblicato il Report finale dell'EU Media Futures Forum, istituito nel dicembre 2011 per volontà del vicepresidente della Commissione UE e Responsabile per la Digital Agenda Neelie Kroes.

Nel dicembre 2011, Neelie Kroes, Vicepresidente della Commissione europea, ha istituito un gruppo per riflettere sull'impatto della rivoluzione digitale  sui  media nell'Unione europea, sui modelli di business emergenti, sui rischi che ne derivano e sulle opportunità per imprese, consumatori e cittadini.

Su questo argomento è stato anche organizzato un Forum, il 26 giugno scorso, a cui hanno partecpato oltre 20 personalità dei campi dell'editoria, della pubblicità, delle telecomunicazioni, dei produttori di apparecchiature, dei mezzi di comunicazione sociale e delle industrie online. Scopo di questo Forum è stato promuovere il dibattito e formulare raccomandazioni sul modo migliore per incentivare la qualità dei contenuti e del giornalismo, cogliendo i vantaggi della rivoluzione digitale.

Oggi viene presentato il rapporto finale del Forum che mette in evidenza le tendenze, le opportunità e le sfide del settore, indica le soluzioni per superarle e invia un campanello d'allarme per l'Europa.

L'economia digitale ha già fatto guadagnare alla Ue fino all'8% del PIL in 10 anni e l'Europa potrebbe ottenere un ulteriore 4%, stimolando opportunamente il mercato digitale unico. I numeri parlano di un'industria dei media UE che impiega oltre 10 milioni di persone e il Forum è fiducioso che si potranno creare molti più posti di lavoro, lungo tutta la catena di valore, se verranno attuate le otto raccomandazioni contenute nel Report.

Infatti il Forum ha individuato otto colli di bottiglia, che devono essere rimossi se l'Europa intende diventare leader mondiale della rivoluzione digitale.

Ecco le difficoltà da rimuovere.

1. Mercato unico digitale ancora incompleto;
2. Ostacoli allo sviluppo di nuovi modelli di business;
3. Disaccordo sui sistemi di condivisione delle remunerazioni;
4. Quadro regolamentare a supporto del settore audiovisivo ancora frammentato;
5. Mancanza di parità di condizioni;
6. Barriere all'ingresso su nuovi mercati;
7. Disparità nell'accesso ai contenuti da parte dei consumatori
8. Investimenti insufficienti nelle infrastrutture.

Ulteriori informazioni sul EU Media Futures Forum - Final report (i.cam)

Valenzano, 25 settembre 2012